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I social netowork ai GenZers? Piacciono sempre meno

I social network ai GenZers? Piacciono sempre meno

Ai ragazzi nati dopo la metà degli anni ’90, i cosiddetti GenZers, i social network piacciono sempre meno. A rivelarlo è lo studio di Dentsu Aegis Network  reso noto a fine luglio: il Digital Society Index. Il rapporto, condotto a livello mondiale su 5 mila GenZers da 18 a 24 anni, ha monitorato l’uso di Internet nei dodici mesi da maggio 2019 a maggio 2020, fino alla fine del lockdown.

In Italia un giovane su quattro nell’ultimo anno ha disattivato il proprio account. Uno su cinque è invece la media mondiale. Il Giappone si posiziona ultimo della classifica con solo un abbandono ogni venticinque utenti.

La preoccupazione principale è la sicurezza e l’uso dei propri dati personali. Ma i GenZers restano ottimisti dell’impatto positivo sulla società. Dallo studio emerge che, circa un terzo dei ragazzi nel mondo ha limitato il tempo trascorso online per quanto riguarda l’uso di telefonini e Pc (in Italia il 35%). Non solo. Diminuisce in modo rilevante lo sharing di informazioni sui gruppi. Il 43% dei giovani della Generazione Z (da noi un punto in più) ha adottato misure per ridurre la quantità di dati condivisi online. Inoltre per mantenere l’anonimato cancella la cronologia delle ricerche ed esegue navigazioni in incognito con Chrome.

Metà degli under 24 è convinto poi che Intelligenza Artificiale e robotica creeranno opportunità di lavoro fondamentali nei prossimi cinque anni. Ma ritiene necessario da parte delle aziende informatiche di seguire precise regole di etica applicata a questo specifico settore.

Un’ultima curiosità: per i GenZers è meglio una faccina per chiudere una frase che un punto. Lo avreste mai detto?

Un influencer come Marco Montemagno, esperto di tecnologia, sui social e i ragazzi la pensa così.

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La comunicazione aziendale ai tempi del lockdown? Promossa a pieni voti

La comunicazione ai tempi del lockdown? Promossa a pieni voti.

La comunicazione aziendale ai tempi del lockdown promossa a pieni voti: ad affermarlo è il rapporto CensisAscai sulla Comunicazione di impresa in Italia. L’obiettivo della ricerca è stato quello di rilevare le modalità e i contenuti che stanno guidando i processi e i comportamenti comunicativi delle aziende nell’emergenza sanitaria, e quali sono i cambiamenti destinati ad affermarsi nella comunicazione corporate da adesso in poi.

La pandemia ha generato un’onda d’urto che ha avuto effetti importanti nella comunicazione delle aziende con i dipendenti. Cosa ha colpito nel segno? Prima di tutto l’informazione. Soprattutto nel far sentire la vicinanza, laddove per ragioni di emergenza sanitaria occorreva stare distanti: ben il 93,2% dei lavoratori italiani, fotografa il rapporto Censis-Ascai, ha avuto modo di leggere, ascoltare, guardare su giornali e riviste, in tv, radio o su Web e social l’advertising delle aziende.

“Ampia – si legge –  è stata la visibilità della comunicazione corporate, da quella mirata a ringraziare pubblicamente i propri dipendenti per l’impegno profuso, al richiamo ad iniziative di solidarietà, fino alle incitazioni a comportamenti responsabili e attenti”. E le reazioni sono state più che positive: ben il 62,4% dei lavoratori di fronte alla comunicazione in cui si è imbattuto ha avuto una qualche reazione positiva, con percentuali che arrivano al 66% tra i millennial, al 66,4% tra dirigenti e direttivi, al 62,5% tra i laureati. Secondo la ricerca, questa buona pratica continuerà: per il 46,8% dei lavoratori italiani la comunicazione aziendale nel futuro dovrà coinvolgere, motivare, far sentire i lavoratori parte integrante di una comunità, con percentuali più elevate tra chi ricopre posizioni apicali (60%) e laureati (52,1%).

L’esperienza del lockdown ha radicato il bisogno di sentirsi parte di una comunità aziendale, che non lascia soli i dipendenti. Pensando al domani, il 52,6% degli intervistati ritiene che il peso della comunicazione aziendale nei processi decisionali crescerà ulteriormente. Come? Attraverso trasparenza e sincerità sul vissuto delle persone, attenzione al posto di lavoro, al benessere dei dipendenti, alla collettività.

E per quanto riguarda lo smartworking? Il tema è molto caldo, noi di eos comunica lo seguiamo da vicino. Pensando al futuro dei contesti aziendali nel post Covid-19, per il 52,6% dei lavoratori italiani ci sarà più smartworking. L’esperimento di massa del lavoro a distanza avvenuto nel lockdown non è percepito come estemporaneo, ma destinato a ridefinire il lavoro e il rapporto tra dipendenti e azienda: qui si innesta una sfida decisiva per la comunicazione aziendale interna, percepita come fondamentale nel garantire la coesione dentro comunità aziendali alle prese con modelli ibridi di erogazione del lavoro tra distanza e compresenza fisica.

Questo sentiment trova corrispondenza anche nell’altro lato della medaglia, quella dei comunicatori aziendali. Stando all’indagine Censis-Ascai il 78,2% valuta in modo ottimo o buono l’operato complessivo della comunicazione aziendale durante il lockdown che ha avuto anche il ruolo decisivo di massimizzare l’impatto delle iniziative adottate durante l’emergenza: dall’adozione di politiche e strumenti per il lavoro a distanza (100%), ad iniziative di responsabilità sociale di impresa (78,2%), a quelle di formazione (75,6%), a iniziative di riconoscimento pubblico dell’impegno dei dipendenti (75,6%), fino all’attivazione di strumenti di caring per la gestione della vita lavorativa e privata (66,7%). Nel futuro della professione due parole d’ordine: innovazione e integrazione: per l’83,3% degli intervistati sarà necessario da una parte sviluppare nuove competenze digitali, culturale e relazionali per stare al passo coi tempi, dall’altra rendere più forte l’intreccio tra comunicazione interna e comunicazione esterna.

Per la visione integrale del rapporto Censis–Ascai clicca qui.

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D2U: da Headquarter a Hubquarter, come cambia l’ufficio del futuro.

D2U porta ad All Around Work lo smart working del futuro: dall’Headquarter all’Hubquarter.

Al via da domani All Around Work, la manifestazione biennale dedicata all’evoluzione degli ambienti lavorativi, che debutta quest’anno sulla piazza milanese presso lo spazio MegaWatt Court . Si tratta di tre giorni di dibattiti dedicati ai luoghi di lavoro e al diritto al benessere psicofisico dei lavoratori.  Noi di eos comunica saremo al fianco della società di architettura Design to Users, per la quale curiamo la presenza sulla stampa e la comunicazione social.  D2U insieme a eFM (società nata nel 2000 con l’obiettivo di innovare il mercato del real estate con la digitalizzazione e l’ottimizzazione dei processi) presenterà una nuova proposta di lavoro integrato: dall’Headquarter all’Hubquarter.

Parliamo di una prospettiva per ripensare il modo di gestire spazi, persone e tecnologie che dia centralità ad una community, per forza di cose, sempre più diffusa. Per l’occasione sarà presentata la piattaforma Myspot che permette di accompagnare le aziende nella revisione del concetto di smart-working, attraverso un’analisi dei bisogni e creazione di un ecosistema di luoghi ed esperienze che uniscano spazi, tecnologie e routine organizzative in un unico Workplace-Hub più ricco in termini di coinvolgimento, apprendimento e integrazione.

Uno dei co-fondatori di Design to Users Corrado Caruso sarà protagonista l’8 ottobre, dell’incontro conclusivo dell’evento dedicato a una riflessione sul futuro degli edifici per uffici e sul loro rapporto con il tessuto e l’economia delle città. I molti edifici e spazi realizzati di recente nel nostro paese, e gli altrettanti in cantiere, quale destino si preparano ad affrontare? Nell’intervento di Caruso dal titolo ‘Nuovi edifici per uffici, il codice italiano’, si presenterà una nuova visione dello smart-working, focalizzata sui cambiamenti necessari in termini di quantità e nuovi modi d’uso dello spazio per arrivare preparati a una nuova “normalità” lavorativa post emergenza tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021.

La costruzione dei nuovi scenari fisici dell’ufficio sarà caratterizzata da una nuova declinazione degli ambienti dove lavoreremo, un nuovo mix di spazio reale e virtuale, appunto l’“Hubquarter”, che permetterà di disegnare nuove postazioni a casa per il lavoro smart da remoto, creando spazi di co-smart working all’interno degli spazi comuni condominiali dove abitiamo, spazi di co-working o uffici satelliti, anche decentrati, e spazi di lavoro nelle sedi aziendali di oggi trasformati per le nuove necessità di relazione ed interazione tra le persone. Parliamo di uno spazio caratterizzato da un ripensamento degli open space e dalla creazione di spazi per la socializzazione e la comunicazione virtuale. Gli attuali spazi comuni aziendali si ibrideranno, trasformandosi in “smart canteen” in cui lavorare dopo un pasto prenotato tramite app; grandi hall e auditorium che saranno organizzati in nuovi spazi modulari di comunicazione e relazione.

Queste trasformazioni fisiche saranno organizzate in un progetto multidisciplinare e concorreranno alla definizione del nuovo space-budget che permetterà alle aziende di valutare eventuali riduzioni e ottimizzazioni d’uso del proprio patrimonio immobiliare.

All Around Work è ideata da Bologna Fiere e events factory, un momento di riflessione che, alla luce della pandemia globale in corso e del ripensamento dello smart working, diventa più che mai attuale.

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Il giornalismo? Si fa su Linkedin! L’Economist ne sa qualcosa.

Il giornalismo?

Si fa su Linkedin. Parola di Economist

Per fare giornalismo occorre scegliere bene su quale social network stare. E’ finito il tempo del basta esserci, occorre avere una strategia. E’ quello che hanno fatto all’Economist, storico settimanale d’informazione politico-economica in lingua inglese, dove per due anni hanno studiato il modo migliore per essere presenti su Linkedin prima di tutto, contando su un bacino di oltre 700 milioni di utenti tra professionisti del business e persone alla ricerca di un impiego. Qualche numero sul social network per provare a contestualizzare: la consultazione da mobile, soprattutto per le notizie e l’informazione, è in forte espansione e il numero di utenti mobili di LinkedIn lo riflette: parliamo di 63 milioni di utenti unici al mese che consultano il social dal telefonino. Chi accede al social network? Parliamo della piattaforma di social media più utilizzata tra le società Fortune 500 con oltre mezzo miliardo di professionisti di tutto il mondo che si riuniscono su LinkedIn.

Insomma, studiare una strategia di content mirata per un giornale tanto influente come l’Economist non è stata affatto una mossa sbagliata. Anzi! In un anno i follower sono cresciuti del 39,5 per cento, i commenti sono aumentati del 251 per cento e, come risultato finale, sono cresciuti di molto gli abbonamenti provenienti dal social network,  fino ad arrivare ad un più che considerevole aumento del 300 per cento. Certo, Facebook e Twitter non sono stati abbandonati, si continua a fa condivisione ed a portare traffico al sito, ma non sono più il luogo principe in cui fare media business.

Qual è stata la strategia dell’Economist su Linkedin? Tenendo conto della differenza di fuso orario per una testata che viene letta in tutto il mondo, ogni giorno vengono pubblicate nove storie che spaziano, come la rivista online e cartacea sui temi dell’attualità, dell’economia, che resta il punto cardine, della politica e della cultura. E alcune di queste notizie trovano spazio anche sul canale YouTube come l’intervista a sir David Attenborough, divulgatore scientifico e naturalista britannico. 

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Maiora Solutions lancia EPONA

Monitorare il mercato immobiliare in tempo reale coi Big Data: Maiora Solutions lancia EPONA

Nuovo ingresso in eos comunica, parliamo di Maiora Solutions, start-up innovativa specializzata nello sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale e analisi avanzata dei dati fondata nel 2017 da Andrea Torassa ed Emilio Zunino.

Proprio con noi di eos comunica Maiora Solutions ha deciso di comunicare alla stampa EPONA, il primo strumento di intelligenza artificiale gratuito che consente di monitorare in tempo reale l’offerta presente sul mercato immobiliare – sia vendite che affitti – delle tre principali città italiane: Milano, Roma e Napoli.

Come funziona? Ogni giorno il tool raccoglie in rete centinaia di nuovi annunci inseriti sui principali portali immobiliari, e li aggiunge al suo database, che conta già oltre 50.000 annunci. La piattaforma tiene conto di alcuni parametri importanti per il mercato immobiliare: tipologia di appartamento, quartiere e città nella sua interezza, mentre altri dettagli come metratura, piano o balconi possono essere forniti per analisi specifiche.

Una delle esigenze primarie di investitori e operatori del mercato immobiliare è quella di anticipare gli andamenti del mercato sulla base di questa grande quantità di dati reali e di poter pianificare gli investimenti in maniera razionale: EPONA elabora per questo ogni mese un report che fotografa le variazioni più importanti rispetto al mese precedente, analizzando l’andamento dei prezzi dalla fine del lockdown in avanti proprio grazie alle potenzialità di analisi date dai Big Data.

Il covid19 ha scatenato in rete un gran proliferare di analisi su come il mercato immobiliare potesse reggere a una pandemia di questa portata, sia quello degli affitti che quello della compravendita. Ma come si è mosso il mercato immobiliare milanese ad agosto?

Grazie all’infinita mole di Big Data raccolta da EPONA questa è la fotografia: a un mese dalla fine del lockdown per quanto riguarda la vendita, i monolocali hanno registrato un aumento del 6,8% rispetto alla prima rilevazione post lockdown, mentre il prezzo dei bilocali è diminuito del 3,5% da inizio rilevazione. Per quanto riguarda i trilocali, il prezzo a mq ha registrato un andamento piuttosto stabile nel tempo, per poi diminuire da metà agosto, raggiungendo un decremento del 2,9% da inizio rilevazione. I quadrilocali hanno invece registrato un aumento dell’1,9% nel periodo considerato. Per quanto riguarda gli affitti, il report registra come monolocali, bilocali e trilocali sono aumentati in modo lineare e costante durante il mese di agosto, registrando alla fine del periodo aumenti rispettivamente del 12%, 11% e 9%, mentre i quadrilocali da metà agosto hanno registrato un incremento del 21% rispetto all’inizio di agosto.

Il report con maggiori dettagli sulle variazioni del prezzo nei differenti quartieri può essere richiesto qui.

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E-LOUNGE di Repower premiata al compasso d’oro

E-LOUNGE di Repower premiata al Compasso d’Oro: quando la sostenibilità fa rima con innovazione

La stazione di ricarica smart E-LOUNGE di Repower disegnata da Antonio Lanzillo & Partners si aggiudica uno dei premi dell’XXVI Compasso d’Oro ADI 2020, l’autorevole riconoscimento di design istituito nel 1954 da un’idea di Gio Ponti con l’obiettivo di premiare e valorizzare la qualità del design italiano.

La panchina, che con questo riconoscimento entra ufficialmente a far parte della Collezione Storica del Premio, se da una parte assolve alla sua naturale funzione dall’altra mette a disposizione dei cittadini servizi utili come la connessione Wi-Fi, la rastrelliera per lo stazionamento delle biciclette e non per ultimo, le prese di corrente per la ricarica di apparecchi elettronici e di dispositivi di mobilità elettrica come e-bike, monopattini e hoverboard.

Digitale, sharing economy, cultura del vicinato, arredo urbano, connessione”, secondo la Giuria del Compasso d’Oro.

“E-LOUNGE unisce diversi aspetti progettuali, grazie alla sua perfetta sintesi tra design, funzionalità e tecnologia, al rispetto dei valori ambientali”, per Repower.

il progetto E-LOUNGE rappresenta a pieno la mission di diffondere la cultura della sostenibilità attraverso l’innovazione.

La premiazione si è tenuta nel nuovissimo ADI Design Museum di Milano.

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Buone vacanze dal team di eos comunica!

La nostra agenzia di comunicazione va in ferie: buone vacanze da eos comunica!

«Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce», diceva così Lev Tolstoj. Del resto, si sa, la vita ha sempre delle sorprese da rivelarci, e quest’anno le sorprese non sono mancate. Proprio come tante altre realtà, la nostra agenzia di comunicazione ha dovuto scontrarsi con le difficoltà portate dall’emergenza sanitaria.

Abbiamo affrontato i duri mesi del lockdown continuando a fare quello che ci riesce meglio, al meglio delle nostre possibilità, con la forza e la determinazione che da sempre ci contraddistingue.

Che cosa abbiamo imparato? Che in un attimo tutto può cambiare, che è importante trovare sempre nuove soluzioni, e che talvolta è necessario “ricalcolare il percorso”.

Ora siamo convinti che, anche tra mille ostacoli, ci sia sempre qualcosa che si può fare per continuare a migliorarsi e ad avere successo. Il nostro traguardo più importante di questi mesi lo abbiamo raggiunto attraverso l’acquisizione di una nuova mentalità.

Siamo diventati più agili e produttivi, con una nuova flessibilità di spazi e orari. Con un migliore bilanciamento tra lavoro e vita privata. Questo nuovo metodo ci accompagnerà anche al nostro rientro.

Ma prima, una meritata vacanza: i nostri uffici, virtuali e non, resteranno chiusi dal 10 al 21 agosto. A presto!

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Il futuro degli eventi: the show must go on(line)

Il futuro degli eventi: the show must go on(line)

L’emergenza sanitaria ha causato la chiusura delle frontiere, nonché la cancellazione di tantissimi eventi a livello globale (alcuni di questi avrebbero reso protagonisti anche i clienti di eos comunica). Ma perché l’evento è una componente così importante del business aziendale?

Il valore aggiunto di questo canale di marketing sta nel fatto che l’incontro avviene su un territorio comune che non è quello dell’azienda fornitrice, né quello della potenziale cliente, il che rende la relazione più libera e slegata da vincoli.

In un presente in cui il distanziamento sociale ha colpito, giustamente, ogni parte delle nostre vite personali e lavorative, è importante che questa dimensione umana degli eventi non vada persa, sfruttando tutte le potenzialità che la tecnologia mette a disposizione per convertirli in appuntamenti digitali.

È proprio in quest’ottica che, in attesa dell’undicesima edizione del Salone del Salone del Risparmio (posticipata al 2021) Assogestioni, in collaborazione con FocusRisparmio e le società sostenitrici dell’evento, ha organizzato un ciclo di incontri in live streaming dedicati ai principali temi di interesse per il settore.

Il primo degli appuntamenti, tenutosi lunedì 15 giugno, ha avuto come tema centrale: PIR: il risparmio al servizio dell’economia reale. Dai mercati quotati agli strumenti illiquidi. Il team social di eos comunica ha curato la cronaca live dell’evento sulla pagina Twitter di FocusRisparmio.

Questo ciclo di incontri online vuole essere un modo per dare continuità alla manifestazione, proseguendo il dialogo con i professionisti e offrendo loro opportunità informative e formative.

Quello che stiamo vivendo è, insomma, un periodo storico unico, che ci sta obbligando a cambiare e a evolverci per poterci adattare a questa nuova realtà. Questa nuova forma mentis si impone, oltre che sugli stili di vita, anche in ambito marketing, spingendo gli addetti ai lavori a riformulare le proprie strategie di business.

È quello che ha fatto TMP Group, Digital Agency milanese per la quale curiamo l’ufficio stampa e le relazioni con i media, che ha lanciato, in collaborazione con YEG! e Protocube by Reply, Digital Events e Digital Square, due nuove soluzioni di fruizione degli eventi in grado di dare continuità al settore dell’event planning, proponendo una socialità 2.0.

L’idea nasce dall’esigenza di creare nuovi orizzonti comunicativi: le due soluzioni rientrano infatti in un sistema che integra reale e virtuale. Digital Events, tramite la predisposizione di piattaforme di live streaming e stanze virtuali, permette di la virtualizzazione degli eventi aziendali attraverso una fluida interazione tra i partecipanti grazie a una location fisica attrezzata a studio televisivo e a una tecnologia sottostante capace di rendere la partecipazione completamente funzionale.

Digital Square nasce invece per soddisfare le richieste degli enti-fiera. Si tratta di una configurazione di padiglioni e showroom in 3D capace di replicare l’esposizione e l’interazione degli spazi espositivi B2B e B2C, aprendo così le porte a un futuro nel quale evento fisico ed evento digitale sono un’unica soluzione senza confini.

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Physical-smart office: benvenuti nell’ufficio post Covid-19

Physical-smart office: benvenuti nell’ufficio post Covid-19

Open space modulabili, huddle room sanificate, mense trasformate in smart canteen: è in arrivo l’ufficio del futuro, quello del post Covid-19. Secondo la società di architettura D2U – Design to Users, per la quale curiamo l’ufficio stampa e la presenza digitale sui social network, per riorganizzare gli spazi servirà un cambiamento di fondo anche nella cultura aziendale.

Occorre cogliere questa nuova ripartenza come un’opportunità, dicono gli esperti, per ripensare la cultura organizzativa, mettere al centro la flessibilità, il lavoro per obiettivi, il bilanciamento tra casa e lavoro.

 

Gli uffici smart, secondo D2U, andranno ridisegnati: dall’open space si passerà all’open space rimodulabile a seconda delle persone presenti e delle normative sul distanziamento sociale. La community degli uffici diventerà un mix tra reale e virtuale, uno spazio in cui tutti i dipendenti non saranno mai presenti contemporaneamente. Maggior spazio sarà dato quindi alle videoconference rooms, che diventeranno strumenti indispensabili per mantenere la coesione all’interno del team di lavoro.

Le mense potranno diventare smart canteen: luoghi modulari dove, al termine dei pasti, i tavoli potranno essere riorganizzati come postazioni di lavoro per garantire il distanziamento sociale (qualora, per esempio, ci siano troppe persone presenti negli uffici tradizionali).

Gli auditorium diventeranno multisale di dimensioni variabili. Da spazi dedicati agli incontri, le sale riunioni si trasformeranno in huddle room, ovvero piccole stanze separate dal resto del team aziendale, attrezzate per ospitare meeting veloci, videoconferenze e brainstorming virtuali, e che dovranno essere sanificate in modo semplice ed efficace dopo ogni utilizzo.

E per chi lavora a distanza? Palestre, sale giochi per bambini e altre sale condominiali potranno essere adattate in modo flessibile per ospitare postazioni per smart working.

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Quale futuro per la mobilità elettrica? Da Repower una riflessione pre (e post) Covid-19

Quale futuro per la mobilità elettrica? Da Repower una riflessione pre (e post) Covid-19

In questi giorni, in cui molto si parla del futuro della mobilità nella fase di graduale riapertura che ci aspetta, con il nostro supporto Repower ha divulgato alla stampa, sui social e sul magazine Homo Mobilis la quarta edizione del suo White Paper dal titolo La mobilità sostenibile e veicoli elettrici.

Il documento fa il punto sullo scenario della mobilità sostenibile in Italia e nel mondo. Elaborato prima dello scoppio dell’emergenza Coronavirus con i numeri del 2019, il White Paper raccoglie una serie di spunti interessanti, uno fra tutti: come l’innovazione tecnologica e culturale di questo settore può rappresentare un driver essenziale per uscire prima (e meglio) dalla crisi.

La fotografia del White Paper è chiara: la mobilità elettrica continua ad avanzare a discapito delle altre tecnologie, contribuendo a ridisegnare le Smart City del futuro.

Stando ai numeri di gennaio 2020, la vera riscossa riguarda le immatricolazioni di auto ibride, che crescono dell’82% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A favorire una generale percezione di adeguatezza delle infrastrutture, indispensabile per immaginare nel prossimo futuro una presenza dell’e-mobility sempre più diffusa su larga scala, il dato sulle colonnine di ricarica: 8.200 in totale, installate lungo tutto il territorio nazionale.

Insomma, può la mobilità elettrica diventare protagonista della ripartenza del Paese? La risposta è sì. Ne è convinto l’amministratore delegato di Repower Italia Fabio Bocchiola: «Nella Fase Due le regole saranno diverse, dovremo ripensare molto di quello che è il nostro quotidiano, dai piccoli gesti alle grandi azioni e quello della mobilità sarà un ambito che verrà fortemente toccato da questa rivoluzione copernicana».

 

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