Photomath: arriva in Italia la versione premium dell’app che aiuta a capire la matematica.
La versione Premium dell’app Photomath arriva in Italia e a comunicarla ai media siamo noi di eos comunica.
L’IDENTIKIT DI PHOTOMATH
Cos’é: è l’app per l’apprendimento della matematica più utilizzata al mondo, un supporto digitale per la comprensione dei passaggi che portano alla risoluzione dei problemi di algebra, aritmetica e geometria.
A chi si rivolge: studenti, genitori e insegnanti per aiutarli nell’apprendimento e nel miglioramento dello studio della matematica.
I numeri: sono 300 milioni i download dell’app nel mondo, di cui 7,45 milioni in Italia della versione free. E’ utilizzato in 195 paesi ed è disponibile in oltre 30 lingue.
LE FUNZIONALITA’ DELLA VERSIONE PREMIUM
Le funzionalità della versione Premium permettono un aiuto ulteriore nelle fasi di risoluzione del problema matematico. Si va dai tutorial per aiutare a visualizzare, capire e memorizzare il processo risolutivo, ad approfondimenti e consigli per massimizzare la comprensione, fino a un dizionario matematico per imparare la terminologia appropriata (e il suo significato).
‘CHIUNQUE PUÒ ESSERE BRAVO IN MATEMATICA’
“Storicamente, essere ‘bravi in matematica’ è stato associato a ‘essere intelligenti’. Vogliamo cambiare questo stigma motivando e incoraggiando i ragazzi ad acquisire più sicurezza, aiutandoli a migliorare nelle proprie competenze”, ha dichiarato Damir Sabol, CEO e fondatore nel 2014 di Photomath.
NON SOLO PER STUDENTI
Photomath è uno strumento innovativo anche per gli insegnanti, poiché fornisce loro una mappatura precisa e aggiornata degli apprendimenti della classe e li aiuta a tenere sotto controllo l’attività degli studenti, aiutandoli nell’aggiornamento continuo di programmi e metodologie.
IPO: l’andamento nel 2022 e le aziende da tenere d’occhio.
I PRIMI 6 MESI DELL’ANNO
Secondo i dati dell’EY Global IPO Trends Q2 2022, le attività di IPO nel mondo hanno visto un rallentamento nei primi 6 mesi del 2022, registrando un calo considerevole sia del numero di operazioni che dei proventi. I motivi? L’accresciuta volatilità del mercato, l’incertezza dovuta alle tensioni geopolitiche e dei fattori macroeconomici oltre al calo delle valutazioni e la scarsa performance dei prezzi delle azioni.
I NUMERI
630 è il totale delle IPO nel 2022 a livello globale che hanno fatto registrare 95,4 mld di $ di raccolta (con un calo rispettivamente del 46% e del 58% rispetto al 2021). La tendenza al rallentamento è dimostrata anche dai numeri del II trimestre dell’anno, dove il mercato globale delle IPO ha visto 305 operazioni che hanno raccolto 40,6 miliardi di dollari, con un calo rispettivamente del 54% e del 65% rispetto all’anno precedente.
E IN ITALIA?
In totale nel primo semestre dell’anno le IPO in Borsa Italiana sono state 13, mentre nei primi sei mesi del 2021 erano state 18 (compresi due passaggi da EGM al mercato principale).
Nel II trimestre 2022 si è registrato un numero di IPO in calo del 30%, con 7 operazioni concluse ma con proventi superiori di circa il 60% rispetto al II trimestre 2021.
COSA SI PREVEDE PER LA SECONDA PARTE DELL’ANNO?
Sempre secondo lo Studio, il grande numero e il valore delle IPO che sono state rinviate in questa prima metà dell’anno in corso rappresentano un importante bacino di operazioni che probabilmente arriveranno sul mercato quando le attuali incertezze e volatilità si attenueranno. Tuttavia, è probabile che persistano forti turbolenze derivanti dalle attuali incertezze e dalla volatilità del mercato.
LE POTENZIALI IPO DA TENERE D’OCCHIO
Ma quali sono i nomi che circolano in merito a un possibile sbarco in borsa nei prossimi mesi? Alcune erano previste già in questa prima parte dell’anno ma sono slittate per condizioni avverse dei mercati finanziari.
- Fedrigoni, il gruppo cartario che già nel 2014 aveva tentato la quotazione non ha abbandonato i piani di sviluppo e la borsa rimane un’alternativa.
- Cantiere del Pardo, uno dei leader italiani nel settore della nautica con sede a Forlì: secondo indiscrezioni, lo storico marchio, controllato da un fondo di private equity avrebbe infatti conferito mandato per lo sbarco a Piazza Affari.
- Thun, la società nota per gli angioletti di ceramica, forte di un piano quadriennale che dovrebbe più che raddoppiare il fatturato è un altro candidato alla quotazione.
- Da tempo si parla della Otb di Renzo Rosso, che avrebbe però lanciato la palla più in avanti al 2024.
- Facile.it, gruppo digitale leader nella comparazione di assicurazioni, prodotti di finanziamento e tariffe energetiche, starebbe valutando la strada più idonea a valorizzare il gruppo nel corso del 2022. La via prescelta dovrebbe essere quella del «dual track», un doppio binario all’interno del quale verrà scelto se cedere l’azienda oppure se quotarla
- Chiorino, biellese, tra i primi operatori al mondo nella produzione e commercializzazione di nastri di trasporto e cinghie di trasmissione per diversi settori di applicazione, si starebbe preparando a sbarcare sulla borsa di Milano.
- Una potenziale Ipo arriva infine da Cremona dove l’azienda Mulan Group ha comunicato l’ingresso di nuovi soci nel gruppo di famiglia per sviluppare la crescita in Europa. La società – che produce e distribuisce piatti di cucina pronti freschi e surgelati da tutta l’Asia ma Made in Italy – è nata come classico ristorante cinese ma nel corso di pochi anni si è trasformato in un gruppo industriale con più di 50 dipendenti e uno stabilimento produttivo a Cremona di più di 5 mila mq. L’obiettivo di medio termine condiviso con gli investitori è la quotazione in Borsa della società. Qui per Ig metterei, Mulan Group, società che produce e distribuisce piatti di cucina pronti freschi e surgelati da tutta l’Asia ma Made in Italy con l’ingresso di nuovi soci nel gruppo potrebbe mirare a una potenziale quotazione
Il processo che porta alla quotazione è una fase molto delicata, ne avevamo parlato in questo articolo, raccontando l’importanza proprio delle attività di comunicazione in questa fase molto delicata, dove le aziende hanno l’esigenza di trasmettere il proprio valore al mercato e agli investitori. E’ un servizio che noi di eos comunica abbiamo implementato grazie all’ingresso in agenzia di professionisti con ventennale esperienza nel settore. Tutte le informazioni sui nostri servizi di comunicazione finanziaria li trovate a questo link.
Nel futuro di Spotify sempre più podcast e audiolibri
1 miliardo di utenti e 50 milioni di creator entro il 2030: Spotify pensa in grande e punta su podcast e audiolibri per crescere ancora di più.
Daniel Ek, fondatore con Martin Lorentzon, della piattaforma di streaming musicale quotata dal 2018 alla Borsa di New York, non nasconde le sue ambizioni durante il secondo Investor Day tenutosi la settimana scorsa: l’orizzonte di medio lungo periodo dell’azienda non riguarderà più solo la musica, anzi. L’obiettivo è ampliare l’offerta e l’esperienza di ascolto dei suoi utenti attraverso un imponente investimento nel settore degli audiolibri e dei podcast.
I NUMERI
Proprio i numeri relativi alla fruizione dei podcast sulla piattaforma sono davvero impressionanti:
- 200 milioni di euro: sono i ricavi che l’attività di podcasting ha generato nel 2021, registrando un + 300% rispetto al 2020
- oltre 125 milioni: sono gli utenti che hanno ascoltato un podcast solo nel primo trimestre del 2022.
- 4 milioni: il totale dei podcast presenti sulla piattaforma. Nel 2019 erano solo 500mila!
LE PAROLE CHIAVE
Innovazione e crescita sono le parole chiave di una roadmap che punta a fare di Spotify, la piattaforma ideale per i creator di tutto il mondo.
“Stiamo accelerando il nostro percorso di crescita per diventare una piattaforma in grado di intrattenere, ispirare ed educare più di un miliardo di utenti in tutto il mondo e, proprio come piattaforma per creator, forniremo l’infrastruttura e le risorse che consentiranno a 50 milioni di artisti e creator di crescere e gestire al meglio le proprie attività e progetti, monetizzare il proprio lavoro e promuoverlo efficacemente”, ha dichiarato Daniel Ek.
NON SOLO PODCAST MA ANCHE AUDIOLIBRI.
Che Spotify fosse interessata al mercato degli audiolibri, sia come distributore che come editore, era risultato evidente lo scorso novembre quando aveva annunciato l’acquisizione di Findaway, società leader globale nella distribuzione di audiolibri digitali e che si occupa anche di connettere gli autori agli interpreti.
‘Con questa acquisizione – aveva dichiarato Nir Zicherman, capo della sezione audiolibri di Spotify, – saremo in grado di accelerare l’aggiunta di un catalogo di audiolibri sulla piattaforma in modo che gli utenti possano effettivamente ottenere tutti i contenuti audio che vogliono su una sola piattaforma’.
L’ingresso, più prepotente di Spotifty nel mercato degli audiolibri, potrebbe generare un interessante scontro tra titani se, come riportato dall’Economist e poi rilanciato su numerosi altri siti di informazione a inizio anno, anche Apple sarebbe pronta a lanciare un servizio di audiolibri entro il 2022.
Customer Experience per lo shopping in store. M-Cube per Dolce&Gabbana
A parità di prodotto, è quello che fa la differenza. Di cosa parliamo? Di customer experience.
La Customer experience, tradotta in parole semplici, si può riassumere come l’insieme di tutte le strategie, processi, assistenze ed esperienze che rendono memorabile lo shopping fisicamente e on line. Ma e-commerce e digitale hanno cambiato i modelli di business dei retailer italiani, accelerati anche dall’emergenza sanitaria.
Secondo il Politecnico di Milano nel 2021, infatti, il valore degli acquisti online in Italia ha raggiunto i 30,5 miliardi di euro, con una crescita del +18% rispetto all’anno precedente. Ma se l’acquisto comodamente da casa ha i suoi vantaggi i clienti hanno anche voglia di tornare nei negozio, a patto che l’esperienza sia memorabile: la consumer experience è in continua evoluzione e i punti vendita si sono dovuti necessariamente adattare, dialogando con i consumatori in maniera completamente nuova.
Digital mirror, smart table e i diversi touch point digitali che troviamo oggi negli store sono dispositivi evoluti, connessi e comunicanti che permettono allo store stesso di approfondire le richieste dei consumatori in tempo reale.
È con questo approccio che M-Cube, l’azienda italiana leader nelle soluzioni di In-Store Digital Engagement per la quale curiamo da anni le relazioni con la stampa, ha collaborato alla realizzazione dell’immersive room di una delle due prime boutique d’arredamento milanesi di Dolce&Gabbana aperte in Corso Venezia 7 e in Via Durini 23.
L’immersive room dello store di Corso Venezia 7 ripropone i quattro temi iconici cari alla casa di moda: Leopardo, Carretto siciliano, Zebra e Blu Mediterraneo.
Il consumatore, con un’innovativa esperienza sensoriale, ha la possibilità di immergersi nel mondo e nei valori di Dolce&Gabbana grazie a immagini animate, video emozionali, interattività, con un mix surreale di ambientazioni e caratteristiche visive ispirate alle collezioni moda D&G.
Una custumer experience totalizzante, quindi, resa possibile anche dal sistema audio Dolby e dalle dimensioni della sala, che si compone di due ambienti molto ampi: 2,5m x 3,75m il primo, mentre 3m x 3,75m il secondo, entrambi con un’altezza di 2.5m, per un totale di ben 71,875 mq di LED installato.
‘Il digitale è sempre più centrale per soddisfare le nuove esigenze di consumo e supportare i retailer nel miglioramento dei propri processi interni – commenta Leonardo Comelli, Business Director di M-Cube – Non a caso, oggi, l’integrazione tra online e offline è imprescindibile per elevare, e rendere ancora più centrale, il concetto di custumer experience. In tal senso, quindi, gli store sono sempre più luoghi dove le emozioni devono trovare piena espressione’.
Fare shopping on line è davvero sostenibile?
Fare shopping on line è davvero sostenibile? Se l’è chiesto Quantis, società leader per la consulenza ambientale e nostro cliente, che ha recentemente pubblicato la ricerca “Sostenibilità: aggiungi al carrello. E-commerce nel settore fashion in Italia: buone prassi di sostenibilità nel contesto omnicanale’.
L’indagine, come suggerisce il titolo, riguarda un settore specifico, quello del fashion, e analizza le emissioni di gas serra generate da un ordine di acquisto e-commerce di prodotti di abbigliamento, calzature o accessori moda, che preveda una spedizione di consegna al cliente. Paese di origine e destinazione della spedizione: l’Italia.
COSA È EMERSO:
- Il packaging di consegna determina il 75% delle emissioni di gas serra
- La logistica di spedizione e consegna contribuisce per il 15% delle emissioni
- L’atto dell’acquisto, cioè la ricerca del prodotto su siti web e-commerce e il completamento dell’acquisto da parte del consumatore, genera invece il 7% delle emissioni
Ora, sappiamo tutti che fare shopping on line è un’attività che ci rilassa, ci gratifica, ci mette di buon umore o, a volte, ci può dare qualche piccola consolazione in una giornata no: ma cosa possiamo fare per ridurne gli impatti sull’ambiente?
ECCO IL DECALOGO DELINEATO DA QUANTIS:
- Investire in sistemi di packaging riutilizzabili
- Alleggerire il packaging
- Investire in sistemi di packaging con materiali 100% riciclati
- Privilegiare veicoli elettrici per spedizione e consegna last mile
- Alimentare i fulfillment center con energia rinnovabile
- Consegnare last mile con cargo bike
- Ottimizzare le dimensioni dei contenuti e degli elementi del sito web
- Incentivare modalità di consegna alternative più efficienti
- Ridurre il numero dei resi
- Promuovere la scelta di tempi di consegna più sostenibili
COSA POSSIAMO ASSOLUTAMENTE EVITARE?
Le spedizioni transfrontaliere per via aerea: in questo caso il 73% delle emissioni per ordine di acquisto riguardano proprio l’atto fisico della movimentazione della merce fino a casa nostra.