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Green Talks: le voci di eos comunica in un podcast.

Green Talks: le voci di eos comunica in un podcast.

Da Cannes o Hollywood, passando per il “Supersalone” del Mobile e la Biennale di architettura di Venezia, come il mondo della cultura sta vivendo la sua transizione verso la sostenibilità?

Dagli edifici più sostenibili del mondo, agli ecosistemi – quelli del delta del Danubio o del Pleistocene park della Siberia – passando per le rotte degli animali a rischio estinzione come tartarughe, anatre di mare, o rinoceronti sudafricani.

La sostenibilità passa anche dal lavoro: ma come?

La plastica sembra essere il nemico numero uno per l’ambiente. Ma è davvero così?

Vincere la sfida della transizione ecologica passa dal turismo ma anche dallo smaltimento dei rifiuti?

A queste e molte altre domande risponde il nostro podcast Green Talks che ogni settimana passa in rassegna le notizie sulla sostenibilità a 360°, dall’Italia e dal mondo.

Noi di eos comunica abbiamo deciso di metterci la faccia, o meglio la voce, raccontando in prima persona la sostenibilità dal nostro punto di vista: news di attualità o approfondimenti dai settori più variegati che vogliono aprire una finestra sul mondo che ci circonda per capire a che velocità stiamo andando nella sfida, quotidiana, di consegnare alle future generazioni, un mondo più sano e vivibile.

Un format realizzato, prodotto e montato da noi nei nostri uffici milanesi: un modo per metterci alla prova con uno strumento che ci vede protagonisti in prima linea per i nostri clienti e che ci ha visto sperimentare nuove strade, fino a crearne un format originale.

Pronti a partire? Venite con noi!

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Il design come non l’avete mai visto: nasce a Milano l’ADI Design Museum – Compasso d’Oro

Il design come non lo avete mai visto: nasce a Milano l’ADI Design Museum – Compasso d’Oro

Nasce a Milano un nuovo polo divulgativo e di ricerca dedicato al design: è il nuovo ADI Design Museum – Compasso D’Oro, inaugurato ieri alla presenza del Ministro della Cultura, Dario Franceschini e il sindaco di Milano Beppe Sala.

Più di 5mila i mq di spazio espositivo, sorti nel centralissimo quartiere di Milano Chinatown, e inserite nel contesto di un’area ex industriale ad altissimo valore architettonico e urbanistico, oggetto di un’importante azione di refitting urbano: all’interno dell’ADI Design Museum è presente la Collezione storica del Compasso d’Oro – composta dagli oggetti selezionati dal 1954 a oggi – e ben 8 mostre di approfondimento multitemporale che si pongono in dialogo con la Collezione.

L’ADI Design Museum aspira ad essere non solo un luogo di incontro per la comunità del design, ma anche un punto di riferimento per il grande pubblico, che potrà comprendere il vero significato e valore del design, attraverso i pezzi della collezione, l’innovativo format di proposta degli approfondimenti tematici, i convegni, i laboratori per i più giovani e gli eventi.

Main partner dell’ADI Design Museum è Repower Italia, presente  all’interno dello spazio, con E-LOUNGE, la prima panchina hi-tech e oggetto di design di arredo urbano, che si è aggiudicata il Compasso d’Oro 2020.

Progettata dallo studio italiano di design Antonio Lanzillo & Partners, E-LOUNGE rappresenta un elemento di arredo urbano smart, punto di aggregazione grazie al sistema di illuminazione a led con sensore crepuscolare, e strumento capace di ricaricare fino a 6 biciclette elettriche e dispositivi elettronici come tablet e smartphone.

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‘Make up the Future’: quanto impatta il settore della cosmetica sull’ambiente?

“Make up the Future”: quanto impatta il settore della cosmetica sull’ambiente?

Sapete quanto impatta il settore della cosmetica sull’ambiente? Prova a tirare le fila il Report “Make up the Future – Leve di cambiamento per un business della cosmetica sostenibile” di Quantis, società leader per la consulenza ambientale, per il quale curiamo l’ufficio stampa.

Secondo i dati, il settore cosmetico, (valore stimato di 863 mld di dollari nel 2024) impatta sul pianeta con emissioni globali di gas serra comprese tra lo 0,5% e l’1,5%.

Diversi i passaggi che impattano di più: si parte dall’estrazione delle materie prime con il 10% delle emissioni del settore, il packaging con il 20%, fino al trasporto col 10% e la fase d’uso del prodotto che impatta per ben il 40%.

Avere più dati, e di qualità, per individuare i punti “critici” della filiera, sottolinea lo studio, sembra essere un prerequisito indispensabile: dai dati si può partire per definire obiettivi e azioni che capitalizzino le esperienze positive delle aziende, oggi ancora troppo frammentate.

Sul ruolo dei dati, quantitativi ed oggettivi che possono trasformare le evidenze scientifiche in strumenti di business ne avevamo parlato qui.

Per creare prodotti con solide performance ambientali, suggerisce il rapporto, la sostenibilità deve entrare in ogni fase del suo ciclo di vita: dalla formulazione al fine vita passando per la distribuzione.

Occhio, poi, ad alcuni miti da sfatare! Come quello dell’utilizzo di “ingredienti naturali” che possono, talvolta, avere un impatto più elevato in termini di emissioni, uso del suolo e acqua. In alcuni casi, i materiali sintetici possono offrire un’alternativa con minore impatto, senza compromettere la qualità.

E i consumatori? Sono sempre più attenti al tema della sostenibilità dei prodotti che usano: il 78% degli intervistati infatti ricerca un packaging plastic-free, mentre il 76% desidera acquistare prodotti sostenibili o ottenuti da fonti rinnovabili e il 76% opta per packaging ricaricabili e riutilizzabili. Il 69% è influenzato dalla riduzione di carbonio mentre il 65% si informa e preoccupa della riduzione dell’impronta idrica.

‘Se fino a pochi anni fa la sostenibilità era un obiettivo perseguito in modo discontinuo’, spiega Simone Pedrazzini, Direttore Quantis Italia, ‘oggi è e una strada maestra nelle agende di organizzazioni sovranazionali, Governi e nelle politiche industriali. Il lancio del Green Deal Europeo ha infatti come scopo il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, ma non solo. Protezione della biodiversità, tutela delle risorse idriche e circolarità sono altri fra i pilastri di un piano d’azione che avrà sempre più impatto sui cittadini europei ed eserciterà crescenti pressioni sul business. Il nostro obiettivo è tracciare la strada verso una vera sostenibilità grazie all’educazione di tutti gli attori a buone pratiche che partono dalla quantificazione, dall’analisi dei dati, e da un reale cambio di rotta di cui tutta la filiera e tutti gli stakeholder sono parte attiva’.

A questi link gli articoli che Il Sole 24 ore e Fashion Network, hanno dedicato al rapporto.

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Smartworking, co-working: cosa sarà dei luoghi di lavoro dopo la pandemia?

Smartworking, co-working: cosa sarà dei luoghi di lavoro dopo la pandemia?

Cosa sarà dei luoghi di lavoro dopo la pandemia?  È un domanda che si stanno facendo in molti: dalle aziende che hanno sedi a capienza più che dimezzata, alle pubbliche amministrazioni, soprattutto delle grandi città, che hanno visto i propri centri svuotarsi, ai proprietari immobiliari, agli studiosi che si interrogano su come questa socialità persa possa ricomporsi, ai lavoratori stessi.

Con la pandemia il confine tra spazio di lavoro e spazio personale si è dissolto, e se da un lato lo smart working ha significato per molti la possibilità di riappropiarsi di tempo che, prima, era inevitabilmente perso, dall’altro l’ufficio resta uno spazio, per molti necessario, per il confronto, la vita sociale oltre le mura domestiche.

Con un rientro progressivo alla nuova normalità urge quindi un cambio di passo, sia per le aziende che per i lavoratori che si troveranno ad interagire in spazi inevitabilmente diversi, dove a cambiare saranno le dinamiche di relazione tra persone che torneranno a lavorare in sede, non più tutti i giorni, richiedendo standard di protezione e sicurezza, sicuramente più alti del passato.

Si apre quindi una grande sfida per gli architetti e progettisti degli spazi di lavoro, tra i professionisti che proprio in questa fase sono chiamati ad offrire soluzioni e alternative in gradi di soddisfare le diverse esigenze in campo. Noi di eos comunica abbiamo cominciato a seguire l’ufficio stampa di Design to Users, studio di architettura milanese, proprio nel pieno del primo lockdown, è abbiamo affrontato con loro in prima linea l’evolvere del dibattito sui luoghi di lavoro.

In questo contesto si inserisce l’apertura della più grande sede di WeWork in Italia, in via Mazzini a Milano, di cui D2U ha curato lo sviluppo del progetto e l’adattamento del concept, trasformando un intero edificio di 8 piani e 7700 mq in spazi di lavoro luminosi, con sale riunioni smart ed uffici privati, capaci di adattarsi alle esigenze sempre più dinamiche di imprenditori, professionisti e creativi.

Con la pandemia e la conseguente diffusione dello smart-working, gli spazi di co-working stanno rappresentando sempre di più un’alternativa al lavoro da casa, con Milano in testa tra le città più attive per la presenza di spazi di lavoro di co-working. Questi spazi, tuttavia, devono oggi essere in linea con una normativa molto più stringente e completamente diversa in termini di sicurezza e standard: dal distanziamento sociale con posti a sedere sfalsati e zone cuscinetto, alla segnaletica comportamentale per aiutare i fruitori ad utilizzare gli spazi in totale sicurezza, alla maggiore igiene e pulizia.

Secondo Jacopo della Fontana, partner in charge del progetto e CEO di D2U l’apertura di una nuova sede di uno spazio di co-working può dare un segnale molto forte di una graduale ma importante e quanto mai necessaria ripresa. ‘Un’esperienza sfidante soprattutto per l’alto livello tecnologico di efficienza e di interazione a distanza, che ci ha permesso di portare a termine il lavoro commissionato nei tempi richiesti’.

Come ricorda Muhannad Al Salhi, in questo video, DG di WeWork Italia e Spagna ‘a seguito della pandemia non ci sarà più la centralizzazione degli uffici in un’unica sede ma si affermerà un ‘hub and spoke’ model: un ufficio e tanti piccoli punti di appoggio nella stessa città’.

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Imparare il Latino con l’Intelligenza Artificiale? Si può con la piattaforma “Atticus”

Imparare il Latino con l’Intelligenza Artificiale? Si può con la piattaforma “Atticus”

Si chiama “Atticus” ed è la prima piattaforma digitale per l’apprendimento del latino con l’intelligenza artificiale e arriva ora in Italia grazie a un accordo tra Pearson, casa editrice leader mondiale nel settore education – che seguiamo come ufficio stampa per alcuni progetti    ed EvidenceB, l’azienda ed-tech francese che ha sviluppato la piattaforma e progetta moduli di apprendimento di nuova generazione fondati su sistemi di intelligenza artificiale.

Atticus funziona attraverso 5 moduli che allineandosi al grado di preparazione iniziale di ogni studente, consentono di personalizzare in tempo reale il percorso di apprendimento in relazione a tutti gli ambiti della lingua latina: dalla morfologia nominale a quella verbale, dal lessico alla sintassi.

Gli algoritmi di intelligenza artificiale utilizzati sono due: il primo è di personalizzazione e determina le attività adatte al livello dell’alunno, il secondo – il clustering – raccoglie diverse informazioni durante le sessioni di lavoro degli studenti (tasso di riuscita di un esercizio, tempo di risposta dell’alunno, ecc.) e le comunica agli insegnanti. Grazie a questi elementi, l’algoritmo forma gruppi di alunni che presentano caratteristiche simili, fornendo al docente una visione dettagliata dei gruppi.

All’insegnante è fornito un pannello di controllo che sintetizza le informazioni raccolte con le quali monitorare l’andamento, visualizzare i progressi degli studenti, le difficoltà, i percorsi di apprendimento personale in modo da creare una didattica differenziata, ricca di sfumature sia per i singoli alunni che per l’intera classe.

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Icone. Racconti astrologici rivoluzionari

“Icone. Racconti astrologici rivoluzionari”: il secondo podcast firmato eos comunica insieme a La Ginny.

Ci abbiamo preso gusto e dopo ‘Rumors d’ambiente – alla ricerca della sostenibilità’ realizzato per Repower Italia eccoci con un nuovo progetto di podcast, completamente diverso ma ugualmente interessante.

Si tratta di ‘Icone. Racconti astrologici rivoluzionari, il primo podcast dedicato ai personaggi e agli oggetti che hanno segnato la nostra epoca, raccontati attraverso la loro carta astrale realizzato insieme a La Ginny, astrologa voce dell’”Oroscopo in un minuto” e dell’”Oroscopazzo” di Radio Deejay.

Un viaggio che vuole celebrare non solo i protagonisti che hanno segnato il mondo dello spettacolo, della musica e dell’imprenditoria, ma anche gli oggetti iconici che hanno rivoluzionato la nostra vita quotidiana: dalla lavatrice al walkman, dalla minigonna al reggiseno, ogni storia raccontata dalla voce della Ginny porta lo spettatore nel mondo astrologico che ha segnato la nascita di queste icone, raccontandone la storia e spiegandone i tratti più significativi attraverso la lettura delle stelle.

Da oggi sono online sul sito unaparolabuonapertutti.it e su tutte le principali piattaforme di podcasting le prime due puntate del progetto, dedicate alla minigonna e a Chiara Ferragni. La storia della minigonna è raccontata attraverso la carta astrale della sua ideatrice, la britannica Mary Quant, che con il suo segno (l’acquario) e il suo ascendente (il leone) ha segnato anche il futuro della mini, conferendole una forte personalità attraverso un netto taglio col passato. Quella su Chiara Ferragni è una puntata che vuole essere un omaggio a una delle icone del mondo della moda, dello spettacolo e della società, la cui carta astrale molto ci dice del mondo che ha creato e del futuro che si sta disegnando addosso.

Tutte le puntate sono disponibili sul sito dedicato e gratuitamente sulle principali piattaforme di podcast: vi aspettiamo!

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eos comunica lancia il servizio Podcast!

eos comunica lancia il servizio Podcast!

Finalmente ci siamo! Dopo tanto (tanto) lavoro, eos comunica è pronta a lanciare un nuovo servizio, i Branded Podcast. Di che si tratta?

Un podcast è una breve trasmissione radio registrata digitalmente e resa disponibile su Internet. È scaricabile e riproducibile in qualunque momento, su qualsiasi dispositivo (computer, smartphone, tablet), indipendentemente dall’orario di trasmissione.

Perché abbiamo deciso di buttarci in questa nuova avventura? Perché crediamo fermamente che sia necessario investire nel futuro, in nuovi modi di comunicare e di raccontare i valori dei nostri clienti.

Secondo i dati della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), tra il 2005 e il 2018 la diffusione dei quotidiani cartacei si è dimezzata. Tra i lettori di quotidiani, spopolano gli over 55. Significa che i trentenni e i quarantenni hanno smesso di informarsi?

No, stiamo solo assistendo a una progressiva “disaffezione” nei confronti delle fonti d’informazione classiche e mainstream. Il tutto a vantaggio di una “dieta mediatica” che è sempre più diversificata e pensata come on demand.

Insomma, l’era geologica dei libri e dei giornali cartacei è ora superata da infinite possibilità, più rapide, tutte nello smartphone: serie tv, video su YouTube e giochi.

Eppure il fascino del racconto non muore, ma (ri)trova nuove vie: quella, per esempio, dell’audio e della storia narrata a voce. L’audio è lo strumento ideale per raccontare storie, per stimolare l’ascoltatore a usare la propria immaginazione. Creando intimità e connessione.

Immaginiamo quindi un podcast come un diario, una sorta di mini-blog, disponibile sotto forma di file audio, da ascoltare ovunque, in qualsiasi momento. Indipendentemente da quale hobby, interesse o tematica si apprezzi, si troverà sicuramente un podcast adatto alle proprie esigenze: basti pensare che In Italia sono 2,7 milioni gli ascoltatori abituali di podcast!

eos comunica servizio podcast

Non deve sorprendere quindi che molte aziende considerino i Branded Podcast uno strumento efficace con cui attuare la loro Content Marketing Strategy, anche a fronte della loro “flessibilità”.

I Branded Podcast possono infatti avere declinazioni differenti a seconda dei diversi obiettivi di comunicazione. Produrre un buon contenuto, coerente con i valori di un Brand e con i suoi obiettivi di business, permette di guadagnare la fiducia di persone pronte ad ascoltarlo (più volte) nel tempo.

Noi siamo pronti, e voi?

 

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Spindle, la più grande ICO giapponese, si presenta in Italia e la comunichiamo noi!

Spindle, la più grande ICO giapponese, si presenta in Italia e la comunichiamo noi!

Un’idea geniale che ha dietro una storia di successo: e a comunicarla siamo noi di eos comunica! Stiamo parlando di Spindle, la più grande piattaforma di match-making nata per collegare utenti e fondi di criptovaluta attraverso la tecnologia Blockchain. L’idea è di utilizzare questa brand-new tecnology per eliminare le barriere fra aziende e investitori privati, supportando i clienti meno esperti nel trovare i migliori prodotti finanziari.

Nel tour mondiale della presentazione della piattaforma Spindle, noi di eos comunica abbiamo curato la comunicazione della tappa italiana, che ha avuto luogo a Milano al Talent Garden di Via Calabiana e che ha visto protagonisti l’artista di fama internazionale e Chief Strategy Advisor Gakt, insieme all’Evangelist di Spindle Lina Seiche.

Progetto del gruppo giapponese Blackstar Group, fondato da esperti nel campo della finanza, investimenti bancari, legge e tecnologia, con sedi a Shanghai, Londra e Tokyo, e capeggiata dal veterano dei fondi d’investimento Masamitsu Hirai, CEO di Bullion Japan Inc. (una carriera come gestore di fondi e consulente per Funai Soken Holdings Inc) Spindle propone sia di mettere in discussione il concetto di investimento privilegiato, fruibile solo da una ristretta fetta di investitori esperti e di lungo corso, per aprirlo democraticamente a tutti (senza tenere restrizioni di età, origini, o background sociale), sia la mentalità di un’intera struttura finanziaria centralizzata, attraverso lo sviluppo di un enorme ecosistema globale alimentato dalla blockchain.

In questo modo anche gli investitori meno esperti sul mercato della criptovaluta, avranno la possibilità di comprendere le dinamiche ed entrare nei processi di investimento, grazie alla piattaforma “ZETA” , di cui sono state presentate le quattro fasi. In sostanza le informazioni sulle opportunità d’investimento vengono fornite con la massima trasparenza, abolendo l’autorità centrale, permettendo agli investitori di comunicare in maniera diretta con i gestori dei fondi e prendere decisioni basate su dati affidabili.

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