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Qatar 2022: un mond(iale) di contraddizioni. 

Qatar 2022: un mond(iale) di contraddizioni.

E alla fine è arrivato Qatar 2022: ovvero un mond(iale) di contraddizioni.

Si sono aperti ieri già con due primati. Sono i primi mondiali di un Paese arabo e i primi giocati in autunno nell’emisfero boreale, a causa delle temperature estive troppo alte.

QATAR 2022: I NUMERI 

Dureranno fino al 18 dicembre con 32 nazionali che si sfideranno in oltre 60 partite. Dove?

Sono 8 i modernissimi stadi che ospiteranno i tifosi di tutto il mondo, 7 dei quali sono costruiti appositamente negli ultimi 3 anni. L’unico stadio già esistente è stato, per l’occasione, completamente ristrutturato. Si tratta di progetti costosi e all’avanguardia (li ha descritti bene ilPost qui). Tanti gli aspetti controversi che hanno accompagnato la costruzione di queste strutture mastodontiche. Dal punto di vista etico, sociale, ambientale oltre che economico.

Come sono stati raccontate queste contraddizioni di Qatar 2022 sulla stampa italiana e internazionale?

QATAR 2022: LE CONTRADDIZIONI

La scelta della Federazione Internazionale (la FIFA) di far disputare il torneo in un Paese così debole sul tema del rispetto dei diritti umani doveva far capire che tutto sarebbe stato in salita.

Parliamo dei diritti della comunità  LGBTQ+. «L’omosessualità è contro la legge ed è una malattia mentale», ha detto Khalid Salman, ambasciatore dei Mondiali in Qatar a un’emittente tv tedesca (ne ha parlato il quotidiano Domani qui). Non solo, nei giorni che hanno preceduto l’inizio del Mondiale, sempre la FIFA ha deciso di vietare alla Danimarca, tra le nazioni che più si sono esposte per la difesa dei diritti, di indossare divise da allenamento con lo slogan «Human rights for all» durante la permanenza in Qatar 2022.

Le critiche sono proseguite con i dubbi sulle condizioni degli operai stranieri impiegati nei cantieri. Le oltre 6.500 morti avvenute durante i lavori di preparazione ne sono una tragica testimonianza, come ha svelato un’inchiesta del The Guardian.

QATAR 2022: LE PROBLEMATICHE AMBIENTALI 

In eos comunica siamo molto attenti alla sostenibilità e alle sue infinite declinazioni. Ecco, Qatar 2022, non sarà ricordato (neanche) per la sua attenzione al rispetto dell’ambiente.

Secondo la Fifa, i Mondiali genereranno oltre 3,6 milioni di tonnellate di CO2, considerando le emissioni degli stadi, dei viaggi e degli alloggi. Un calcolo errato per l’associazione Carbon Market Watch, perché considera solo le emissioni prodotte durante il torneo e non nel restante ciclo di vita degli stadi, che potrebbero trasformarsi in cattedrali nel deserto, come peraltro già successo in Brasile.

Ancora un’indagine del TheGuardian ha calcolato che il Qatar – Paese in cui l’acqua dolce è particolarmente scarsa – dovrà procurarsi almeno 10.000 litri di acqua al giorno per ciascuno degli 8 stadi. Un problema che l’emirato proverà a risolvere desalinizzando l’acqua del Golfo Persico, processo che comporta un alto consumo energetico e pesanti conseguenze in termini di inquinamento, come raccontato da WonderWhy.

Lo spreco energetico è stato evidenziato anche da SPORTbible, una delle più grandi community di appassionati di sport al mondo, che ha fatto notare come ogni posto a sedere negli 8 stadi sarà servito da un sistema di aria condizionata. Sistema del tutto superfluo in un Paese che a novembre e dicembre ha temperature comprese tra i 19° e 29°, molto più fresche di qualunque Mondiale giocato in estate.

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Terra di Tutti Film Festival: documentari e cinema sociale dal sud del mondo

Terra di Tutti Film Festival: documentari e cinema dal sud del mondo

 

Torna il Terra di Tutti Film Festival, la rassegna di cinema sociale, incontri ed eventi promossa da WeWorld e COSPE.

Il festival su diritti umani, cambiamento climatico, parità di genere, migrazioni e conflitti «dimenticati» è in programma da domani e fino all’11 ottobre a Bologna e online su Mymovies e noi di eos comunica ne curiamo, in collaborazione con gli organizzatori, l’ufficio stampa nazionale e locale.

Fitto il calendario con 22 film da 15 paesi e tanti gli eventi, incontri e  dibattiti.

Cosa non perdere? Ecco i nostri consigli.

AFGHANISTAN, 20 ANNI DOPO 

La prima serata del Festival, il 6 ottobre, è interamente dedicata all’Afghanistan, a 20 anni dall’inizio del conflitto con due momenti al Cinema Lumière. 

Si comincia alle 19.30 con la presentazione di ‘Pane, lavoro e libertà – lo chiedono le donne afghane‘. Il nuovo lavoro di poster art del collettivo femminista CHEAP dà voce e visibilità ai messaggi in cui le donne afghane rompono il silenzio imposto dal regime. I poster, realizzati insieme a WeWorld, saranno visibili per tutto il mese di ottobre nella centralissima via dell’Indipendenza. Qui ne parla Repubblica. Si prosegue poi, alle 19.50 con l’anteprima nazionale di ‘Ghost of Afghanistan‘.  Il documentario di Julian Sher e Natalie Dubois è il resoconto del corrispondente di guerra Graeme Smith sul tentativo fallito della NATO di portare nel paese la democrazia, i diritti delle donne e la libertà.

IL MOZAMBICO RACCONTATO A FUMETTI

L’8 ottobre ore 18.30, in Piazzetta Pasolini, la graphic journalist italo-tunisina Takoua Ben Mohamed presenta il suo ultimo libro “Crescere in Mozambico”, edito da Becco Giallo editore. La graphic novel racconta il viaggio della Ben Mohamed per conoscere il lavoro di WeWorld contro gli effetti del cambiamento climatico. Il paese africano, tra i più poveri al mondo, è tristemente noto per essere afflitto da siccità, cicloni e inondazioni

 

 

‘IL PREZZO DELLA TERRA’: COSA SUCCEDE NELLE MINIERE DEL SUDAMERICA 

Sempre l’8 ottobre alle  ore 19.45 al Cinema Lumière ci sarà la proiezione in anteprima di ‘Il prezzo della terra‘ del fotografo e regista Alessandro Cinque e del videomaker Giorgio Ghiotti.  Il documentario, commissionato da WeWorld, racconta le storie di chi vive sulla propria pelle i devastanti impatti – ambientali, sociali, economici e di genere – dell’industria mineraria in Perù, Bolivia ed Ecuador. WeWorld è presente in questi territori per supportare attivisti e popolazioni delle comunità locali nel pretendere il rispetto dei propri diritti ambientali e umani.

Per consultare l’intero programma del festival: www.terradituttifilmfestival.org

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