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Intelligenza Artificiale generativa ed etica: FairMind nuovo cliente in eos comunica 

IA generativa ed etica: FairMind nuovo cliente in eos comunica

FairMind entra in eos comunica.

Nata per supportare le aziende nella gestione degli investimenti in Ricerca e Sviluppo sull’Intelligenza Artificiale Generativa in modo etico e responsabile, FairMind si è affidata ad eos comunica per le attività di media relation e ufficio stampa.

Vi raccontiamo più nel dettaglio chi è e cosa fa FairMind.

COS’È FAIRMIND

Si tratta di una start up che offre servizi di consulenza avanzata per progetti di ricerca e sviluppo basati su tecnologie di Intelligenza Artificiale Generativa.

La sua mission è quella di guidare l’innovazione sostenibile nell’intelligenza artificiale attraverso l’applicazione di algoritmi avanzati.

Le persone e la loro corretta preparazione restano tuttavia centrali. L’approccio di FairMind, infatti, riserva un’attenzione particolare al tema etico. Come? Supportando le aziende nello sviluppo di modelli che migliorano la qualità della vita e contribuiscono alla sostenibilità attraverso l’uso responsabile dell’Intelligenza Artificiale Generativa.

Questo obiettivo viene raggiunto attraverso lo sviluppo di soluzioni innovative, attente ai valori sociali e ambientali, e all’avanguardia dal punto di vista tecnologico.

 

 

I SERVIZI ALLE AZIENDE 

Tra i servizi che FairMind propone alle aziende ci sono, per esempio, la consulenza tecnologica e governance dell’IA per integrarla nelle operazioni aziendali, assistenza nel disegno e nella ingegnerizzazione di Minimum Viable Products (MVP) basati sull’IA generativa. Grande spazio anche alla Formazione: sia di base per approfondire le competenze generali sull’IA sia più avanzata per sviluppatori e ingegneri.

I FONDATORI

FairMind è stata creata da un insieme di esperti di innovazione tecnologica con anni di esperienza nel mondo dell’Intelligenza artificiale e della consulenza. Alexio Cassani, ne è l’AD e co-fondatore insieme a Matteo Siciliani e Luca D’Aprile. Ad affiancarli un comitato etico formato da Enrico Panai, eticista dell’Intelligenza Artificiale ed esperto in interazione uomo-informazione e Marianna Ganapini, assistant professor presso il Dipartimento di Filosofia dell’Union College (NY).

LE DICHIARAZIONI: 

FairMind : “L’intelligenza artificiale generativa, nell’ultimo anno, è entrata nelle nostre vite in maniera sempre più preponderante. Si tratta di una tecnologia in rapida evoluzione che deve essere accompagnata da un profondo senso di responsabilità sociale nel suo utilizzo. così che il suo impatto sia positivo e sostenibile per la società – ha dichiarato Alexio Cassani – Per questo abbiamo costituito FairMind come una società benefit, dedicata non solo allo sviluppo di tecnologia proprietaria, ma anche all’impiego di risorse per progetti e iniziative che generino un significativo impatto sociale e ambientale”.

eos comunica: “Siamo da tempo entrati in contatto con il mondo della Generative AI, che ci ha da subito incuriosito e appassionato data la velocità con cui sta modificando sia il mondo dell’imprenditoria italiana che quello delle pubbliche relazioni e della comunicazione – commentano Daniela Mase e Paolo Monti, founder di eos comunica – Lavorare con una realtà innovativa come FairMind ci dà la possibilità di confrontarci con uno scenario in evoluzione, ricco di opportunità per noi e per i nostri clienti, attuali e potenziali. Addentrarci nei temi della contemporaneità e dell’imminente futuro è fondamentale, se non necessario, per continuare a essere competitivi sul mercato”.

L’ATTIVITÀ DI UFFICIO STAMPA 

Il lancio della prima comunicazione alla stampa di settore è stato seguito con grande interesse.

Qui una selezione di alcuni articoli usciti su: TouchPoint.news , Dealflower, ItaliaEconomy, AdcGroup.

 

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Giornata Mondiale della Pizza: dove conviene mangiarla a Milano?

 

Giornata mondiale della pizza: dove conviene mangiarla a Milano?

 

Si celebra oggi, 17 gennaio, la Giornata mondiale della pizza, il World Pizza Day.

Ma qual è il quartiere dove conviene mangiarla a Milano?

Risponde alla domanda, Maiora Solutions, startup che da anni seguiamo per le attività di ufficio stampa,

Specializzati nello sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale e analisi dei dati, i professionisti di Maiora hanno indagato dove conviene degustare uno dei cibi più amati dagli italiani (e non solo), in una delle città più care del Paese.

Come lo hanno fatto? Attraverso Resmart, il primo strumento di intelligenza aumentata dedicato al mondo della ristorazione. Analizzando i delivery menù di oltre 100 pizzerie milanesi, nei 10 quartieri cittadini, Resmart ha fotografato la città e valutato in quali zone i prezzi sono più vantaggiosi, confrontandoli con i dati del biennio precedente.

L’INDAGINE

Dallo studio emerge che nel 2023 il costo medio di una pizza margherita a Milano è stato pari a circa 7,80 euro. Parliamo di un prezzo che è cresciuto del 13% rispetto al 2022, quando lo stesso piatto costava 6,90 euro, e del 16% rispetto al 2021 (pari 6,70 euro).

I quartieri oggi più cari sono il Centro, dove la margherita costa mediamente 9,40 euro e l’area di Porta Romana-Cadore-Montenero dove il prezzo è pari a 9,20 euro.

Dove si spende meno invece? Vincono a mani bassa i quartieri di Famagosta-Barona e Ghisolfa-Cenisio dove bastano 6,00 euro, in media, per la stessa pizza.

LE VARIAZIONI DI PREZZO PIU’ SIGNIFICATIVE 

Le variazioni di prezzo, dal 2021 al 2023, mostrano aumenti considerevoli. In Centro, il caro-pizza ha registrato quest’anno il +42% rispetto al 2022, mentre nell’area Arco della Pace-Arena-Pagano la crescita è stata pari al +35%. Si tratta di incrementi notevoli, che però si riducono se ci si allontana dal centro cittadino. Nei quartieri di San Vittore-Ticinese, Porta Romana-Cadore-Montenero, Ripamonti-Vigentino e Amendola-Buonarroti-City Life i prezzi sono sì aumentati tra il 2022 e il 2023, ma l’incremento è risultato compreso in una forbice del +10% e +16%.

In particolare, per una margherita ad Amendola-Buonarroti-City Life servono oggi, mediamente, 8,70 euro; prezzo che scende sensibilmente a San Vittore-Ticinese (8,50 euro) e in maniera più sostenuta nelle zone di Porta Romana-Cadore-Montenero, Ripamonti-Vigentino, dove bastano 6,90 euro per la stessa pizza.

Spostandosi nell’area Navigli-Bocconi, il costo medio della margherita nel 2023 è cresciuto dell’8% rispetto al 2022 e oggi si ferma a 7,80 euro. Tuttavia, l’aumento è ben più rilevante se si compara il prezzo corrente con quello del 2021: in questo caso la crescita tocca il +27%.

Una fotografia che cambia nei quartieri Solari-Washington, Famagosta-Barona e Ghisolfa-Cenisio, dove i prezzi tra il 2022 e il 2023 sono rimasti stabili, e oggi offrono anche la pizza margherita più economica della città: il costo medio, infatti, oscilla tra i 6 euro e i 6,5 euro.

Fonte: Maiora Solutions

L’ATTIVITÀ DI UFFICIO STAMPA 

L’indagine di Maiora offre alla stampa dati, numeri e confronti: elementi molto ‘ghiotti’ per i giornalisti perché in grado di fotografare un fenomeno e darne una evidenza molto chiara.

In questi giorni abbiamo inviato un comunicato stampa che ripercorre proprio i punti più salienti dello studio: ecco alcuni degli articoli usciti su Il Giorno, Scatti di gusto  e FoodAffairs. 

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Comunicare l’impresa che si quota

Comunicare l’impresa che si quota

Tra i servizi che eos comunica ha recentemente implementato c’è anche quello di supportare la comunicazione delle aziende durante la delicata fase di IPO (Initial Public Offering), l’offerta pubblica dei titoli azionari che la società colloca, per la prima volta, sul mercato borsistico offrendoli al pubblico degli investitori.

Perché è importante comunicare bene durante questo processo di quotazione?

Attraverso le attività di comunicazione l’azienda trasmette il suo valore al mercato e agli investitori, che potranno decidere se comprare le azioni offerte in IPO concorrendo a definirne il prezzo sul mercato borsistico. C’è una forte correlazione tra la comunicazione e il prezzo che viene attribuito al titolo nella fase finale del processo: più efficacemente l’azienda riesce a trasmettere all’esterno tutte le informazioni utili per la corretta percezione dell’impresa e della sua capacità di creare valore nel tempo, e più alto sarà il range valutativo.

Oltre alle variabili economico-finanziarie che misurano la performance storica e prospettica d’impresa, ci sono variabili non finanziarie, le cosiddette “intangible asset”, che permettono di valorizzare fattori come il management, il brand, l’innovazione, la strategia e il posizionamento competitivo.

Infine, comunicare in modo corretto nel contesto di un mercato regolamentato – dove vigono norme stringenti anche per la comunicazione – mette l’azienda al riparo da rischi sanzionatori o di reputazione.

Le fasi che portano un’impresa in Borsa dipendono dal mercato sul quale decide di quotarsi.

I MERCATI DI BORSA ITALIANA

  • L’Euronext Milan

Il mercato principale di Borsa Italiana, Euronext Milan, si rivolge principalmente a imprese di media e grande capitalizzazione che intendono attrarre risorse per finanziarie un progetto di crescita. Si tratta di un mercato regolamentato, sottoposto a requisiti stringenti e allineati agli standard internazionali in grado di attrarre investitori istituzionali, professionali ed il risparmio pubblico.

  • Euronext Growth Milan

L’Euronext Growth Milan è invece il mercato dedicato alle Pmi dinamiche e competitive che offre un percorso più rapido e flessibile grazie ad un approccio regolamentare più snello. L’appropriatezza della società è demandata all’EGA (Euronext Growth Advisor), che può essere una banca d’affari, un intermediario o una società riconosciuta da Borsa Italiana, e che si fa garante nei confronti del mercato della sussistenza in capo all’emittente.

La principale differenza tra i due mercati è quindi l’istruttoria di Borsa Italiana e il nulla osta da parte di Consob, necessari solo per il mercato EuroNext e non per il Growth.

Per maggiori informazioni su tutte le fasi di una quotazione in Borsa vi rimandiamo al sito di

Borsa Italiana – Il processo di quotazione

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Da Milano al Metaverso: l’Arco della Pace il primo monumento al mondo ad entrare nell’universo virtuale dove tutti vogliono essere

Da Milano al Metaverso: l’Arco della Pace il primo monumento al mondo ad entrare nell’universo virtuale dove tutti vogliono essere

Cominciamo l’anno raccontandovi un primato della città di Milano, una notizia a cavallo tra arte e tecnologia, reale e virtuale, passato e futuro. Mentre il 2021 volgeva al termine pronto ad accogliere il nuovo anno, l’Arco della Pace, uno tra i simboli più riconoscibili della città, ha fatto il suo ingresso, primo monumento al mondo, nel METAVERSO.

*Didascalia per i neofiti: il termine Metaverso, in inglese metaverse, si fa risalire a Snow Cash, libro di fantascienza cyperpunk di Neal Stephenson del 1992 dove per la prima volta si parla di una realtà virtuale condivisa tramite internet dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar. Ecco cos’è il mondo nel quale tutti, dai brand del lusso ai videogiochi, vogliono oggi proiettarsi: un universo parallelo dove vivere un’esperienza di gioco, di acquisto o di conoscenza, alternativa e totalmente immersiva.

Ma torniamo a Milano: a cavallo del capodanno, dicevamo, precisamente dal 30 dicembre al primo gennaio, l’Arco della Pace è stato rivestito con un’innovativa data sculpture. Di cosa parliamo? Di un flusso di immagini imponente prodotto con un sistema di intelligenza artificiale e dal titolo intitolata “AI Dataportal_Arch of Light” creata con l’obiettivo di raccontare per immagini l’immenso patrimonio culturale del nostro Paese: più di 20.000 opere d’arte di oltre 320 artisti, dall’arte bizantina all’arte contemporanea, accanto ai dati annuali della mappa del firmamento italiano raccolti dalla Nasa e tutto il nostro patrimonio letterario digitalizzato appartenente a un arco temporale di oltre 1700 anni.

L’opera porta la firma del collettivo internazionale Ouchh ed è stata realizzata in collaborazione con la Soprintendenza Abap di Milano, con il patrocinio del Comune di Milano e curata da Reasoned Art, società benefit italiana dedicata alla cryptoarte che certifica appunto la compravendita di opere d’arte digitale tramite Nft e blockchain.

E a questo punto aggiungiamo l’ultimo interessante tassello di questa operazione: l’opera sarà trasformata in NTF, i Non Fungible Token, dei certificati di autenticità digitali unici basati sulla Blockchain – e come tale, potrà essere venduta: il ricavato fanno sapere sarà utilizzato per creare uno spazio educativo di riflessione, confronto e sperimentazione sui temi dell’arte digitale, della scienza e della tecnologia,  in linea con progetti europei esistenti quali S+T+ARTS e New European Bauhaus. Il progetto è infatti pensato a beneficio di giovani artisti, curatori e appassionati d’arte a cui verranno destinate borse di studio che copriranno l’intero costo di un percorso formativo che coinvolgerà i migliori professionisti del settore e che sarà incentrato sulla preparazione degli studenti alle necessità lavorative all’interno del mondo dell’arte nel prossimo futuro.

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Milano, il Natale e la tradizione: il panettone artigianale vs industriale

Milano, il Natale e la tradizione: il panettone artigianale vs industriale. Battaglia di sapori e di prezzo

Parliamo di Milano, il Natale e la tradizione: in altre parole del panetùn.

Quando si tratta di scegliere il dolce tipico delle feste lo spartiacque è sempre molto netto: artiginale vs industriale. Ma oltre all’innegabile differenza di sapore e ingredienti c’è una caratteristica che li differenzia: il prezzo. La startup Maiora Solutions per la quale curiamo l’ufficio stampa è specializzata nello sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale e analisi avanzata dei dati e, in occasione delle imminenti festività natalizie, ha indagato quanto costano i panettoni a Milano, attraverso lo strumento di intelligenza aumentata dedicato al mondo della ristorazione ARGO (Advanced Restaurant Growth Optimizer), stilando una classifica dei costi dei panettoni a Milano, sia di pasticceria artigianale che di quelli industriali.

Dalla ricerca emerge che il costo medio per un chilo di panettone classico artigianale è di circa 37 euro contro i 5,5 euro di quelli industriali. Nell’analisi, con dati raccolti nel novembre 2021, sono stati considerati i prezzi al kg dei panettoni classici prodotti da 15 tra le pasticcerie più note della città: secondo l’analisi i prezzi vanno dai circa 30 euro al kilo del Panettone Vergani ai 42 del panettone della famosa pasticceria meneghina Sant’Ambroeus. Di seguito il dettaglio dei prezzi:

Per quanto riguarda i prezzi dei panettoni industriali, che si trovano in tutti i supermercati, il prezzo medio scende sensibilmente, attestandosi sui 5,5 euro.

Nell’analisi sono stati considerati la media dei prezzi al kg dei 10 panettoni di produzione industriale più acquistati nei supermercati della città. Di seguito il dettaglio dei costi:

‘Il divario tra i prodotti di pasticceria e quelli industriali è davvero importante – commentano i fondatori di Maiora Solutins, Andrea Torassa ed Emilio Zunino   ma è interessante notare come, nonostante il grande divario di costo, il panettone di pasticceria sia ancora acquistato da tante famiglie milanesi, e che comunque, grazie ai costi contenuti di quelli industriali, a tutti sia permesso di poter mangiare un buon panettone per Natale.”

Come dice Luca Caglio sul Corriere nell’articolo dedicato alla classifica di Maiora: “Qualcuno pesca nel mucchio del supermercato perché tanto «l’è istess», è lo stesso, mentre i palati più esigenti scelgono la via della bottega specializzata dove «l’è pusè bun», è più buono, e dove l’estro dei professionisti arriva a sfornare nuove ricette con canditi e carati: il panettone ricoperto di foglie d’oro e ripieno di cioccolato, per esempio. Gusti. E costi. Perché si sceglie con una mano sul cuore e, con l’altra, nella tasca.”

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Green Talks: le voci di eos comunica in un podcast.

Green Talks: le voci di eos comunica in un podcast.

Da Cannes o Hollywood, passando per il “Supersalone” del Mobile e la Biennale di architettura di Venezia, come il mondo della cultura sta vivendo la sua transizione verso la sostenibilità?

Dagli edifici più sostenibili del mondo, agli ecosistemi – quelli del delta del Danubio o del Pleistocene park della Siberia – passando per le rotte degli animali a rischio estinzione come tartarughe, anatre di mare, o rinoceronti sudafricani.

La sostenibilità passa anche dal lavoro: ma come?

La plastica sembra essere il nemico numero uno per l’ambiente. Ma è davvero così?

Vincere la sfida della transizione ecologica passa dal turismo ma anche dallo smaltimento dei rifiuti?

A queste e molte altre domande risponde il nostro podcast Green Talks che ogni settimana passa in rassegna le notizie sulla sostenibilità a 360°, dall’Italia e dal mondo.

Noi di eos comunica abbiamo deciso di metterci la faccia, o meglio la voce, raccontando in prima persona la sostenibilità dal nostro punto di vista: news di attualità o approfondimenti dai settori più variegati che vogliono aprire una finestra sul mondo che ci circonda per capire a che velocità stiamo andando nella sfida, quotidiana, di consegnare alle future generazioni, un mondo più sano e vivibile.

Un format realizzato, prodotto e montato da noi nei nostri uffici milanesi: un modo per metterci alla prova con uno strumento che ci vede protagonisti in prima linea per i nostri clienti e che ci ha visto sperimentare nuove strade, fino a crearne un format originale.

Pronti a partire? Venite con noi!

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Il design come non l’avete mai visto: nasce a Milano l’ADI Design Museum – Compasso d’Oro

Il design come non lo avete mai visto: nasce a Milano l’ADI Design Museum – Compasso d’Oro

Nasce a Milano un nuovo polo divulgativo e di ricerca dedicato al design: è il nuovo ADI Design Museum – Compasso D’Oro, inaugurato ieri alla presenza del Ministro della Cultura, Dario Franceschini e il sindaco di Milano Beppe Sala.

Più di 5mila i mq di spazio espositivo, sorti nel centralissimo quartiere di Milano Chinatown, e inserite nel contesto di un’area ex industriale ad altissimo valore architettonico e urbanistico, oggetto di un’importante azione di refitting urbano: all’interno dell’ADI Design Museum è presente la Collezione storica del Compasso d’Oro – composta dagli oggetti selezionati dal 1954 a oggi – e ben 8 mostre di approfondimento multitemporale che si pongono in dialogo con la Collezione.

L’ADI Design Museum aspira ad essere non solo un luogo di incontro per la comunità del design, ma anche un punto di riferimento per il grande pubblico, che potrà comprendere il vero significato e valore del design, attraverso i pezzi della collezione, l’innovativo format di proposta degli approfondimenti tematici, i convegni, i laboratori per i più giovani e gli eventi.

Main partner dell’ADI Design Museum è Repower Italia, presente  all’interno dello spazio, con E-LOUNGE, la prima panchina hi-tech e oggetto di design di arredo urbano, che si è aggiudicata il Compasso d’Oro 2020.

Progettata dallo studio italiano di design Antonio Lanzillo & Partners, E-LOUNGE rappresenta un elemento di arredo urbano smart, punto di aggregazione grazie al sistema di illuminazione a led con sensore crepuscolare, e strumento capace di ricaricare fino a 6 biciclette elettriche e dispositivi elettronici come tablet e smartphone.

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Ufficio stampa e social media marketing possono lavorare insieme?

Ufficio stampa e social media marketing possono lavorare insieme?

Molte aziende, spesso, si trovano di fronte a questo interrogativo: quando si tratta di investire in comunicazione, meglio puntare sull’ufficio stampa o sulle attività di social media marketing?

La risposta che sentiamo di dare è: su entrambi. E le ragioni sono molteplici. Un esempio? Adesso le cosiddette “pubbliche relazioni” vanno cercate, costruite e mantenute anche con blogger e influencer. Personalità particolarmente interessanti e competenti nella loro sfera d’azione, e che interagiscono tramite i social network.

L’era dei maxi-uffici stampa è finita. Un tempo, questi erano gli unici in grado di “parlare” con le maggiori testate giornalistiche o con le grandi emittenti televisive. Ora la realtà è ben diversa ed è costellata da piccole e grandi comunità – pagine web, blog, account social – in cui gravita buona parte della clientela a cui mirano le aziende.

La presenza pervasiva, per certi versi invasiva, dei social network nel mondo della comunicazione ha indotto molti a pensare: l’ufficio stampa non serve più.

Ma chi come noi ha a che fare con queste dinamiche quotidianamente sa che è un errore. L’ufficio stampa parla attraverso i giornali. I social network parlano attraverso le persone. Non sono due realtà concorrenti ma alleate.

Ecco perché la scelta migliore per le aziende consiste in una strategia rivolta alla stampa (generalista o di settore) e parallelamente ai social network, con metodi, tempistiche e contenuti differenziati.

Una volta appurato che l’addetto stampa e il social media manager non sono in competizione, la sfida è coordinarne le azioni. La soluzione migliore? Affidarsi a un’agenzia di comunicazione come eos comunica, dove è più facile intraprendere strategie condivise. E soprattutto, dove addetto stampa e social media manager si trovano (spesso) nella stessa stanza!

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In ufficio…come a casa: eos comunica e lo smart working

In ufficio…come a casa: eos comunica e lo smart working

Trascorrere ore nel traffico o tra una metropolitana e l’altra, rinchiudersi in ufficio dalle 9.00 alle 18.00, non alzare mai gli occhi dal computer se non in pausa pranzo: questi modelli comportamentali sono all’avanguardia tanto quanto una locomotiva a vapore o un telegrafo. Sì, perché da tempo ormai il lavoro flessibile (o smart working) rappresenta non sono una “buona pratica” per le aziende, ma una condizione necessaria per la competitività.

I dati dell’ultimo Global Workspace Survey di IWG (International Workplace Group) non lasciano spazio a interpretazioni. Il mondo del lavoro sta cambiando in funzione del benessere psicofisico della persona.

Gli effetti negativi dello stress sono ormai noti. Il 95% dei responsabili delle risorse umane intervistati da IWG pensa che la creazione di un ambiente opprimente o carico di tensioni abbia degli effetti disastrosi sulle prestazioni dei dipendenti.

La parola d’ordine è dunque flessibilità. In Europa le politiche di smart working sono sempre più diffuse: nell’80% delle aziende in Germania, poi in Olanda (75%), nel Regno Unito (68%), in Spagna (61%) e in Francia (60%).

Le ragioni di questa tendenza sono molto chiare: i dipendenti che possono lavorare con maggiore autonomia sono più soddisfatti, più produttivi e più leali nei confronti dell’azienda.

Eos comunica è al passo con i tempi? Assolutamente sì. Da quasi un anno abbiamo adottato un modello di lavoro flessibile per tutti i dipendenti (secondo lo studio di IWG, in Italia le aziende che lo fanno sono “solo” il 59% del totale).

Ma la flessibilità significa anche luoghi di lavoro sempre più aderenti alle esigenze dei professionisti: dal 2017 gli uffici di eos comunica si trovano all’interno di Spaces, una business community di design nel centro di Milano. Abbiamo anche una terrazza sullo skyline di Porta Nuova!

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