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Social media marketing: quattro trend per il 2020

Social media marketing: quattro trend per il 2020

Questo 2020 appena iniziato sarà un anno cruciale per il mondo del social media marketing. Il 1° gennaio non è iniziato solo un nuovo anno, ma un nuovo decennio, una fase importante per moltissimi social network: quella della piena maturità.

Per i marketer, e per noi di eos comunica, sarà dunque fondamentale continuare a connettersi con il proprio target. In un mondo come quello dei social ormai saturo di contenuti, la parola d’ordine sarà distinguersi. Ecco quindi quattro trend da tenere d’occhio per questo 2020.

Pubblicità sì, ma meglio

I social network sono ormai piattaforme paid media, e nel 2020 lo saranno sempre di più. Nel contempo, gli utenti continueranno a orientarsi verso conversazioni più ristrette, private, intorno a temi distinti. Le aziende hanno quindi una grande occasione: lanciare, a loro volta, gruppi specifici, per dare vita a community social.

L’importanza di essere di nicchia

È vero, Facebook resta il social con il maggior numero di utenti: oltre due miliardi e mezzo nel 2019. Ma il 2020 sarà l’anno di affermazione di piattaforme sempre più verticali, come TikTok: l’app dei teenager che consente di caricare brevi video musicali ha appena raggiunto il miliardo di utenti.

Video, video, video

Coinvolgenti, appassionanti, sia in formato breve (come le Stories di Instagram o i video di TikTok), sia in formato racconto o tutorial: i video sono il presente e il futuro dei social network. Entro il 2022, rappresenteranno l’82% di tutti i contenuti online (dati Cisco).

Stories: sempre più amate

La pubblicazione di brevi video disponibili per ventiquattro ore è cresciuta esponenzialmente negli ultimi tre anni. Questa tendenza non è sfuggita agli esperti di marketing e, secondo un recente report di Hootsuite, nel 2020 il 64% la inserirà nelle proprie strategie aziendali.

Crescono i micro-influencer

Sono personaggi che hanno un seguito importante in nicchie specifiche. Non si tratta di contatti con numeri esorbitanti, ma di persone che utilizzano i canali social per comunicare le proprie passioni. Per molte aziende è più economico coinvolgere loro che sviluppare campagne pubblicitarie da zero. Ecco perché la loro importanza è destinata a crescere!

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Buon Natale e Felice Anno Nuovo da tutto il team di eos comunica

Buon Natale e Felice Anno Nuovo da tutto il team di eos comunica

Mancano solo pochi giorni a Natale e, mentre tutti ci caliamo in quella deliziosa atmosfera prefestiva tipica del mese di dicembre, per il team di eos comunica è tempo di ringraziamenti.

Il primo è per i nostri clienti, che ogni giorno scelgono di affidarsi a noi per realizzare i propri obiettivi.

Il secondo è per la nostra agenzia, composta di persone che lavorano all’unisono per garantire sempre il miglior risultato possibile.

Il terzo va a ciascuno di noi singolarmente, per aver dato il meglio anche quest’anno, e aver colto le opportunità di questo lavoro, provando a trovare le soluzioni migliori per ogni nuova sfida.

In attesa del 2020 ormai alle porte, non ci resta che augurarvi (e augurarci) un meraviglioso Natale e un Felice Anno Nuovo!

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Social network e professionisti del credito: l’intervento di Paolo Monti al Leadership Forum

Social network e professionisti del credito: l’intervento di Paolo Monti al Leadership Forum

Quali sono i social network più strategici per i professionisti? È necessario essere presenti su ogni social o è meglio focalizzarsi su un’unica piattaforma? Sono solo alcune delle domande a cui Paolo Monti, co-founder di eos comunica insieme a Daniela Mase, è stato chiamato a rispondere ieri a Milano, in occasione della tredicesima edizione del Leadership Forum, l’evento rivolto agli specialisti dell’intermediazione creditizia in Italia a cura di EMFgroup.

L’evento che ha accolto oltre settanta relatori da tutta Italia si è articolato in dieci sessioni dedicate al tema: Resilienza del Passato, Forza per il Futuro. Ad aprire i lavori del Forum, l’intervento del docente ed economista Ettore Gotti Tedeschi, che ha aperto uno spiraglio sul ruolo dell’economia italiana nel contesto, sempre più complesso, dell’Unione Europea.

Nel corso della tavola rotonda dal titolo L’Innovazione e i Social Media a servizio del business del credito, si è parlato della differenza tra “aprire un account” su un social network ed “esservi presenti”, soprattutto in termini di credibilità e brand reputation.

Come ha sottolineato Paolo Monti, oggi sul mercato ci sono molte piattaforme a disposizione delle aziende, ognuna con specifiche funzioni e target definiti. Non è pensabile, né tantomeno strategico per un’azienda che opera nel credito, scegliere di essere su tutti i social network.

Le motivazioni? «La dispersione dei messaggi, solo per citarne una» ha spiegato Paolo Monti «Ogni social network ha un suo proprio linguaggio: posizionarsi su tutte le piattaforme potrebbe rappresentare un autogol se non si pianifica una strategia molto precisa. Non solo, alcuni social network, proprio per le loro caratteristiche intrinseche, non sono predisposti ad accogliere tutti i settori. A sua volta il mercato finanziario, che ha linguaggi e messaggi molto spesso tecnici e settoriali, non si presta a ogni tipo di pubblico».

In ogni caso è importante affidarsi alla consulenza di un professionista esperto o di un’agenzia di comunicazione, in grado di pianificare una strategia nel breve e nel lungo termine, e di veicolare i messaggi giusti a un pubblico in grado di recepirli.

Ma qual è la piattaforma più adatta quando si parla di intermediazione creditizia? «In linea generale, ai professionisti alla ricerca di clienti suggerisco di concentrarsi su Facebook e LinkedIn» ha risposto Paolo Monti «Facebook consente uno storytelling molto orizzontale: articoli, foto, video, inoltre ha un ottimo strumento di customer care. LinkedIn è il social network per eccellenza dedicato ai professionisti: dà la possibilità di scrivere contenuti e articoli, si possono creare gruppi verticali su un tema, e, per gli esperti del settore economico, è un ottimo strumento per fare educazione finanziaria».

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Lavorare in un’agenzia di comunicazione a Milano: i consigli di eos comunica

Lavorare in un’agenzia di comunicazione a Milano: i consigli di eos comunica

Lavorare in un’agenzia di comunicazione a Milano è un’esperienza stimolante, dalla quale è possibile trarre ogni giorno una piccola lezione per migliorare il proprio lavoro e, perché no, anche se stessi. Studiare sui libri è importante, questo è certo, ma non sufficiente per potersi affermare nel campo della comunicazione e della creatività.

Una volta varcata la soglia di un’agenzia di comunicazione come eos comunica, si mette da parte tutto il bagaglio nozionistico appreso in ambito accademico e ci si scontra immancabilmente con la realtà, bella o brutta che sia. Come sopravvivere alla vita in agenzia? Ecco otto consigli da parte di chi ci lavora da un po’: il team di eos comunica!

A volte è necessario prendere le distanze da se stessi (Daniela, co-founder)

Innamorarsi delle proprie idee talvolta può rappresentare un ostacolo. Quando si tratta di scrivere un articolo o di organizzare un evento, meglio mettere da parte il proprio gusto personale e immedesimarsi nell’obiettivo da raggiungere: la soddisfazione del cliente.

Chi ben presenta è già a metà strada (Paolo, co-founder)

Motivare le proprie scelte e saper vendere un’idea di fronte a un cliente rappresenta buona parte del lavoro complessivo. La trovata più geniale del mondo non vale un quarto della sua presentazione.

L’elasticità mentale è tutto (Paola, account director)

Sviluppare un proprio metodo di lavoro va bene, ma è fondamentale saper comprendere che ogni progetto necessita di un suo approccio peculiare. Per adattarsi al contesto che di volta in volta si presenta, è utile guardarlo da angolazioni diverse.

È necessario aggiornarsi, continuamente (Sabrina, account executive)

Nel settore della comunicazione è essenziale rimanere al passo con le ultime notizie in fatto di attualità, tecnologia, politica, social media, senza contare tutte le aree di competenza dei clienti. Appena arrivati in ufficio la mattina, meglio leggere qualche buon giornale e investire nella propria conoscenza.

Servono ordine, metodo e disciplina (Francesca, content strategist)

In un’agenzia di comunicazione non basta essere creativi. Una certa disciplina e un buon metodo di lavoro sono in grado di salvare chiunque dalle ansie dell’ultimo minuto. Per esempio, quando bisogna reperire al volo, tra mille file, la terzultima versione di un articolo. Sì, proprio quella che il cliente aveva bocciato ma che poi ha rivalutato!

Fare domande non significa non aver capito (Carola, social media manager)

Anche se si fanno troppe domande non bisogna sentirsi inadeguati, o ritenere che l’interlocutore (specie se un superiore) lo stia pensando. Perdere cinque minuti in più durante un briefing può far risparmiare molto tempo nelle fasi successive.

Sopravvivere alle riunioni è possibile (Futura, art director)

I meeting del venerdì alle cinque esistono e vanno affrontati con coraggio, presenza di spirito e professionalità. Basta pensare all’aperitivo che si terrà una volta usciti da lavoro.

E infine, viva la positività! (Michela, account director)

Imparare i trucchi del mestiere, lavorare sodo (e in modo intelligente), evitare di perdere tempo. Ed essere gentili, soprattutto con i propri colleghi: sono questi i segreti per far scorrere al meglio qualunque giornata lavorativa!

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“Gli italiani e i social media 2019”: il nuovo report di Blogmeter

“Gli italiani e i social media 2019”: il nuovo report di Blogmeter

Con il report Gli italiani e i social media 2019, il tool di social intelligence Blogmeter torna a indagare chi sono e cosa fanno sui social network gli utenti residenti nel nostro Paese.

A partire da un campione rappresentativo – per genere, età e area geografica – di millecinquecento intervistati, la survey è riuscita a realizzare una “mappatura” delle motivazioni che spingono gli italiani a utilizzare i social.

Social “di cittadinanza” e social “funzionali”

All’interno del proprio report, Blogmeter identifica due differenti tipologie di social network: “di cittadinanza” e “funzionali”. I primi sono utilizzati in maniera quotidiana e sono indispensabili quando si tratta di definire identità e “cittadinanza digitale”. Il più usato? Naturalmente Facebook, seguito da YouTube e Instagram.

Anche Pinterest si rafforza in termini di diffusione, caratterizzandosi sempre di più come social di cittadinanza.

Chiudono la classifica i servizi di messaggistica istantanea come Whatsapp, Telegram e Messenger, definiti “di cittadinanza” in quanto utilizzati ampiamente dalla stragrande maggioranza degli italiani.

I social “funzionali”, invece, si chiamano così perché assolvono a uno scopo specifico, che sia prenotare un ristorante (Tripadvisor) o videochiamare un amico lontano (Skype).

Ma non è tutto: quest’anno si è aggiunta una terza tipologia di social network: si tratta di piattaforme come WeChat, Snapchat e Tik Tok, utilizzate esclusivamente dai giovani della Generazione Z e dai giovanissimi della Generazione Alpha (i bambini nati dopo il 2010 che oggi hanno dai 2 ai nove anni di età e non hanno mai visto un mondo senza tecnologia).

Modalità stalker: on

Ebbene sì, la principale ragione che spinge gli italiani a utilizzare i social media è leggere i contenuti altrui: il 43% degli intervistati, infatti, dichiara di servirsi dei social unicamente per questo motivo. Un buon 12% li adopera invece per scrivere contenuti originali.

Nello specifico Facebook, il più citato dagli intervistati, è utilizzato prevalentemente per informarsi, condividere opinioni e leggere recensioni, YouTube è la piattaforma più amata per svagarsi o trovare stimoli, mentre Instagram si conferma, anche quest’anno, il social ideale per seguire gli influencer.

A proposito di Instagram, grande novità di quest’anno è la sezione dedicata alle Stories: il 32% degli italiani le preferisce ai post, meglio ancora se realizzate da personaggi famosi. Simpatici, spontanei, in una parola influencer: nella top quattro dei più amati, i protagonisti del matrimonio più social dell’anno, Chiara Ferragni e Fedez, seguiti a vista da Cristiano Ronaldo e ClioMakeUp.

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Cucciolandia 💘

Un post condiviso da Chiara Ferragni (@chiaraferragni) in data:

Advertising: sì o no?

Nel 2018, lo scenario evidenziava quanto la pubblicità su YouTube risultasse disturbante per il 75% degli intervistati. Neutra invece su Facebook e Instagram, rispettivamente per il 33% e il 34% degli italiani. Oggi la situazione risulta mutata: la percezione di utilità è cresciuta per tutti e tre i canali analizzati – +19% per Facebook, +7% per Instagram e +10% per YouTube – a dimostrazione che una targetizzazione sempre più mirata paga, in tutti i sensi.

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Comunicazione corporate e di prodotto: eos comunica Amorissimo!

Comunicazione corporate e di prodotto: eos comunica Amorissimo!

Comunicare l’immagine e i valori di un’azienda, connotarla di un’identità definita e immediatamente riconoscibile, sia sulla carta che sul digitale: tutto questo (e molto altro) è la comunicazione corporate. Per un’agenzia di comunicazione corporate come eos comunica, lo sviluppo della brand identity delle aziende clienti è la bussola che orienta tutta la strategia.

Tutto comincia da una parola chiave, come ad esempio sostenibilità, a cui via via se ne aggiungono altre: moda, mare, costumi da bagno. Ed è proprio da qui che siamo partiti quando, lo scorso giugno, il nostro team di media relation ha portato avanti la comunicazione del brand Amorissimo, nato nel 2014 dall’idea del suo fondatore Mario Attalla e dall’estro delle stylist Barbara Bologna e Marta Attalla – rispettivamente moglie e figlia – con l’obiettivo di rompere gli schemi del beachwear tradizionale.

Quali sono gli elementi distintivi di Amorissimo? Stile, ricercatezza e un approccio eco-sostenibile: una formula che sulla stampa, digitale e cartacea, è già di per sé un successo. Ma non è tutto: la comunicazione corporate può diventare un vero punto nevralgico nella costruzione dell’immagine di un’azienda nel momento, spesso delicato, del lancio di un nuovo prodotto.

Così è stato per Amorissimo che, nel corso della stagione primavera/estate 2019, ha lanciato Splash, la prima capsule collection interamente dedicata a un mare plastic free. Perché si sa, l’impatto ambientale della plastica è ormai sotto gli occhi di tutti e un numero sempre maggiore di aziende si impegna ogni giorno per ridurne l’utilizzo. E poi c’è chi, come Amorissimo, ha deciso di riutilizzare la plastica raccolta negli oceani per farne dei costumi da bagno alla moda.

Non semplici bikini da sfoggiare in spiaggia, ma prodotti che viaggiano in una nuova direzione, all’insegna del rispetto per l’ambiente.

Per il nostro team di ufficio stampa la comunicazione dei valori di Amorissimo attraverso la capsule collection Splash è andata oltre il semplice rapporto con i media, articolandosi nell’ingaggio della blogger e influencer Valentina Madonia, che si è fatta portavoce dell’immagine della donna Amorissimo: una donna intraprendente, libera, curiosa di scoprire il mondo e di indossare capi unici, che fanno dei colori e dei tessuti ricercati i propri cavalli di battaglia!

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Dietro le quinte del WeWorld Festival: come organizzare un evento a Milano!

Dietro le quinte del WeWorld Festival: come organizzare un evento a Milano!

Festival musicali, festival scientifici, festival del cinema: come si organizza un festival tematico a Milano? Un evento che magari raggruppa molteplici discipline e ambiti di studio? La nostra agenzia di comunicazione l’ha fatto. Ecco com’è nata la decima edizione del WeWorld Festival, in programma il prossimo 23 e 24 novembre al Teatro Litta di Milano!

Poche cose impensieriscono il team di un’agenzia di comunicazione milanese come l’organizzazione di un grande evento. Gli aspetti da tenere sotto controllo sono tanti: trovare e allestire la location, coordinare la segreteria organizzativa, programmare la scaletta dei contenuti, individuare i relatori e gestirne l’arrivo e il soggiorno in città, identificare una strategia di promozione online e offline.

Il Festival di WeWorld Onlus è un evento giovane, gratuito, aperto a tutti. Perché si tratta di un festival tematico? Perché è interamente dedicato a un concettoi diritti delle donne – che ogni anno viene raccontato da personalità di spicco del campo dello sport, della medicina, della letteratura, del giornalismo, della televisione.

Tra i grandi ospiti di quest’anno, lo scrittore Roberto Saviano, la storica Eva Cantarella, la pallavolista Francesca Piccinini, l’attrice Benedetta Porcaroli, la showgirl Alba Parietti e la star del fumetto Silvia Ziche.

A chi si rivolge il WeWorld Festival? Capire il proprio target è fondamentale, perché le persone vanno coinvolte e ispirate fin da subito, sia nella Rete che fuori!

È qui che entra in gioco l’ufficio stampa, il cui ruolo si si concretizza nel coinvolgimento dei mezzi di comunicazione più adatti per la promozione dell’evento: dalla televisione, alla radio, al web fino alla carta stampata (quotidiani, settimanali e mensili).

Un evento di spicco nel panorama nazionale come il Festival di WeWorld deve coinvolgere adeguatamente l’intero sistema dei media per far pervenire tutte le informazioni riguardanti il suo svolgimento.

Il principale obiettivo dell’ufficio stampa? È quello di trasformare l’evento in una notizia. Ed è proprio quello che fa la nostra agenzia!

Nelle fasi precedenti alla manifestazione, dunque, l’agenzia di comunicazione lavora per far sapere che ci sarà l’evento. E poi? Una strategia social vincente serve a rafforzare ulteriormente l’obiettivo dell’evento: raggiungere ancora più persone, e quindi fare in modo che se ne parli ancora.

Qualunque siano i canali scelti, esistono alcuni passaggi indispensabili da curare con estrema attenzione: dalla redazione di un piano editoriale alla pianificazione delle modalità e delle tempistiche di interazione con il pubblico durante l’evento. La gestione dei social network non va sottovalutata, perché darà un grosso contributo al successo della manifestazione.

Insomma, organizzare un evento in una grande città come Milano rappresenta certo una grande sfida per un’agenzia di comunicazione. Che cosa serve per affrontarla al meglio? Esperienza e nervi saldi.

 

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Selena Gomez: è uscito il video di Lose You To Love Me, girato solo con iPhone!

Selena Gomez: è uscito il video di Lose You To Love Me, girato solo con un iPhone!

Tempo di grandi ritorni per Selena Gomez. A quattro anni dall’uscita del suo ultimo album For You EP, oggi alle sei del mattino (ora italiana) la superstar idolo dei teenager di tutto il mondo ha annunciato su Instagram l’uscita un nuovo singolo inedito, Lose You To Love Me.

Sia il titolo della canzone, sia il nome della popstar sono già tra i maggior trend topic su Twitter, con oltre mezzo milione di post in totale (finora). Proprio in queste ore, in tantissimi si stanno chiedendo a cosa (o a chi!) sia ispirato questo nuovo brano. E pare proprio che il responso della rete sia unanime: Justin Bieber, con il quale la cantante è stata legata dal 2009 al 2018 (persino la loro coppia aveva un nome sui social: #Jelena).

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La cantante non ha affatto smentito queste voci, dichiarando come il suo singolo sia un inno alla rinascita dopo il superamento di un ostacolo della vita, come per esempio la fine di una relazione.

Tra le curiosità che rendono l’uscita di questo video ancora più sensazionale, ce n’è una dal carattere squisitamente tecnologico. Selena Gomez e Apple hanno infatti collaborato per la realizzazione del video musicale del singolo, che è stato girato interamente con un iPhone 11 Pro!

Come riporta Billboard, il video musicale è stato girato dalla regista Sophie Muller e vede una sequenza di primi piani di Selena Gomez illuminata da un riflettore. Apple ha pubblicato il cortometraggio sul suo canale YouTube, inserendolo nella campagna #ShotOniPhone dell’azienda!

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Dai salotti di Porta a Porta alla bacheca di Twitter: lo scontro Renzi-Salvini prosegue sui social

Dai salotti di Porta a Porta alla bacheca di Twitter: prosegue sui social lo scontro Renzi-Salvini

Erano andati a dormire, Matteo Renzi e Matteo Salvini, esortando i telespettatori a fare lo stesso. Ma all’indomani del famigerato scontro andato in onda a Porta a Porta, i due hanno proseguito il dibattito politico in una lotta senza quartiere. No, non nel salotto di Bruno Vespa, ma sui social e in particolar modo su Twitter, dove da ore l’hashtag #MatteoVsMatteo è di tendenza con oltre cinquemila tweet sull’argomento.

Lo scontro tv tra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il segretario della Lega Matteo Salvini è stato un confronto serrato durato un’ora e mezza. Giusto il tempo di sedersi, di ascoltare i convenevoli di Bruno Vespa e poi via al duello.

Tanti i temi toccati: dalla questione migranti al nuovo sistema pensionistico Quota 100, dal Russiagate alla presunta imposta sulle merendine. Alla fine dello scontro, registrato nel pomeriggio ma andato in onda in seconda serata, entrambi hanno rivendicato la vittoria: «Chi ha assistito ha commentato “2 a 0 per Salvini e palla al centro”» ha detto il leader della Lega. «Pensa un po’: a me invece dicono che è finita come Milan-Fiorentina di quest’anno a San Siro. Lascia giudicare a chi la vedrà», è la replica di Renzi.

Si preannunciava un faccia a faccia incalzante, e così è stato, grazie alle doti comunicative dei presenti in studio. Le aspettative del pubblico, dunque, non sono state disattese, ma la maggior parte del dibattito si è focalizzato sulle figure dei due leader, opposte ma speculari.

E la cosa, sui social, non è passata inosservata. A giudicare dalle reazioni, quasi ovunque si parla di un sostanziale pareggioTanta retorica e soliti slogan: questo è il bilancio, implacabile, della rete.

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L’agricoltura del futuro si sviluppa…verso l’alto! Il modello vertical farming

L’agricoltura del futuro si sviluppa…verso l’alto! Il modello vertical farming

Una soluzione inedita a un problema di assoluta importanza. Il vertical farming rappresenta la rivoluzione (sostenibile) dell’agricoltura urbana, poiché consiste nell’implementazione della produzione di cibo, con una minore occupazione del suolo.

Ma chi è stato il primo a ipotizzare l’esistenza di una coltivazione che si sviluppa in verticale? L’idea nasce dalle osservazioni di Dickson Despommier, docente di Scienze della Salute ambientale presso la Columbia University.

Partendo dai dati ONU sulla crescita della popolazione mondiale – saremo in 9 miliardi entro il 2050 – e focalizzando la propria attenzione sulla scarsità delle risorse alimentari (alla quale si aggiunge l’incidenza dei cambiamenti climatici) il Professor Despommier ha pensato che l’unica soluzione risiedesse nello spostamento delle coltivazioni dalla campagna alle aree cittadine, più precisamente…sui grattacieli.

È nata così la pratica del vertical farming. Oggi le vertical farm sono dei veri e propri centri di autoproduzione di cibo, all’interno dei quali vengono difatti create le condizioni ambientali necessarie per lo sviluppo e la crescita di piante e ortaggi. Sono presenti in tutto il mondo, da Singapore ad Amsterdam fino a Milano.

Ed è proprio a Milano che lo scorso maggio è stato presentato il progetto Planet Farms, il più grande e avanzato stabilimento di vertical farming in Italia e Europa. Destinata alla produzione di lattuga ed erbe aromatiche, la struttura sarà presto realizzata a Cavenago (provincia di Monza e Brianza) dove si estenderà per oltre 9.000 metri quadrati.

Questa vertical farm vedrà al suo interno un processo di crescita altamente innovativo e integrato che partirà dai semi fino alla realizzazione del prodotto confezionato. L’intero processo sarà interamente automatizzato, il che consentirà a Planet Farms di consegnare un prodotto puro e fresco al consumatore, che sarà il primo a toccarlo con mano.

A proposito di automazione: a dare un contributo decisivo alla messa in atto del progetto è 255hec, società di soluzioni per l’industria per la quale ci occupiamo di Content e Social Media management. 255hec sta curando lo sviluppo delle tecnologie necessarie al funzionamento dell’impianto e del loro coordinamento, sta progettando vere e proprie “macchine speciali” e software che controlleranno la struttura attraverso un sistema di sensori. Insomma: i concetti di Industria 4.0, Big Data e Cloud saranno alla base di ogni progettazione.

I benefici derivanti da questo nuovo orientamento saranno innumerevoli: dall’assenza di contaminazioni derivante dagli inquinanti gassosi presenti nell’aria a un risparmio di acqua pari al 90% rispetto alle coltivazioni normali, fino all’abbandono totale di pesticidi ed erbicidi. Il futuro dell’agricoltura è nelle città.

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