fbpx

Coronavirus: eos comunica al fianco di The Best Rent per #IoCiMettoLaCasa

Coronavirus: eos comunica al fianco di The Best Rent per #IoCiMettoLaCasa

Da #IoRestoACasa a #IoCiMettoLaCasa. In questo periodo di emergenza, si moltiplicano le iniziative solidali da parte di associazioni e aziende, unite nella lotta al Coronavirus. L’ultima? È stata lanciata ieri da The Best Rent e a comunicarla (e sostenerla) ci siamo noi di eos comunica!

The Best Rent, per la quale ci occupiamo di ufficio stampa e relazioni con i media, è una società italiana che opera in ambito immobiliare, offrendo in locazione soluzioni abitative di breve e medio periodo. L’iniziativa #IoCiMettoLaCasa nasce con l’intento di mettere a disposizione appartamenti su Milano, a titolo completamente gratuito, per il personale medico e infermieristico che in questo momento sta prendendo servizio in città per supportare i colleghi nella lotta al COVID-19.

Io ci metto la casa the best rent

Tutto questo, però, non sarebbe stato possibile senza il contributo iniziale dei proprietari delle case. È proprio il loro spirito di solidarietà che ha spinto la società milanese ad attivarsi con i suoi partner per mettere a disposizione gli immobili.

Come ci raccontano da The Best Rent, molti medici e infermieri che in questo momento beneficiano dell’iniziativa #IoCiMettoLaCasa hanno amici in grado di ospitarli a Milano, ma preferiscono tutelarli e usufruire di altri alloggi. Altri medici, pur vivendo a Milano, vorrebbero alloggiare da soli per tutelare le persone con cui vivono abitualmente, soprattutto se anziane.

«Sono già decine i proprietari che hanno deciso di aderire all’iniziativa, ciascuno con i propri mezzi e le proprie disponibilità», ci ha spiegato Cristiano Berti, CEO e Founder di The Best Rent. «Siamo felici di poter fare la nostra parte per supportare il personale medico. In questo momento difficile per Milano e per tutto il Paese, non vogliamo essere semplici spettatori: ogni realtà, pubblica o privata può agire con sensibilità e concretezza per dare il proprio contributo».

Ma l’iniziativa non finisce qui. Rincasando dopo i turni in ospedale, infatti, medici e infermieri aderenti all’iniziativa non dovranno preoccuparsi delle pulizie: se ne incaricherà, sempre a costo zero, l’impresa Alter-Area Domus, partner di The Best Rent per #IoCiMettoLaCasa.

Il servizio sarà attivo fino al 3 aprile, con la possibilità di un’ulteriore proroga in caso l’emergenza dovesse protrarsi.

Read More

La moda in prima linea nella lotta al Coronavirus: tra i big delle donazioni anche Chiara Ferragni!

La moda in prima linea nella lotta al Coronavirus: tra i big delle donazioni anche Chiara Ferragni!

Due giorni fa il colosso della moda Armani ha donato un milione e duecentocinquantamila euro alla Protezione Civile, agli ospedali milanesi Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori e anche all’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma. Una cifra da capogiro che si inserisce nella grande gara di solidarietà che nelle ultime settimane ha coinvolto supermercati, big del credito, squadre di calcio…e persino alcuni influencer. L’obiettivo? Fronteggiare la situazione di emergenza in cui versa il nostro Paese a causa del Coronavirus.

A proposito di influencer, dopo una donazione personale di centomila euro Chiara Ferragni e Fedez hanno dato il via a una raccolta fondi su Gofundme, destinata alla creazione di nuovi posti letto all’interno del reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

Il risultato? Tre milioni e mezzo di euro raccolti in meno di quarantotto ore, con buona pace di Heather Parisi che da Shanghai ha twittato: «Non era meglio promuovere la raccolta fondi per l’emergenza del #COVID2019 a favore della sanità pubblica e degli ospedali che davvero ne hanno bisogno invece che a favore del più grande gruppo di sanità privata d’Italia?»


In buona sostanza, la showgirl ha accusato la coppia di aver favorito un enorme gruppo sanitario privato a scapito di strutture che invece (secondo lei) avrebbero davvero bisogno d’aiuto in questo momento, ovvero gli ospedali pubblici lombardi vicini al collasso. La risposta di Fedez non si è fatta attendere: «Tu che m*** stai facendo? Le coreografie?».

Tornando ai big della moda, contro il Coronavirus si sono schierati, solo per citarne alcuni, anche Bulgari, che ha fatto una donazione all’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma per consentire l’acquisto di un sistema di acquisizione di immagini microscopiche all’avanguardia; Swarovski, che ha donato più di quattrocentomila dollari per sostenere la Cina nella lotta al COVID-19; e il duo di stilisti Dolce&Gabbana, che ha deciso di destinare i fondi all’Humanitas University per sostenere uno studio sulle risposte del sistema immunitario al Coronavirus coordinato dall’immunologo Alberto Mantovani.

Insomma, in tempi duri come questo, da grandi portafogli derivano grandi donazioni.

Read More

#MaiPiùInvisibili: per l’8 marzo WeWorld lancia la campagna contro la violenza sulle donne

#MaiPiùInvisibili: per l’8 marzo WeWorld lancia la campagna contro la violenza sulle donne

Oggi vogliamo parlarvi di una di quelle iniziative che ci rendono tanto orgogliosi di svolgere il nostro lavoro. Nel nostro Paese, una donna su tre subisce violenza almeno una volta nella vita, senza mai rivelarlo. Sempre in Italia, il 65% dei bambini assiste alle violenze perpetrate sulle loro mamme. Nel mondo, quasi settecento milioni di bambine sono costrette a sposarsi in tenera età o sono vittime di mutilazioni genitali.

Per queste donne e bambini invisibili WeWorld, organizzazione attiva nella difesa dei diritti dei più deboli in Italia e nel mondo, per la quale curiamo le relazioni con i media, ha lanciato in occasione dell’8 marzo la campagna #MaiPiùInvisibili.

L’obiettivo? Sensibilizzare e raccogliere fondi da destinare alle donne vittime di violenza in Italia e nel mondo.

«Con questa campagna vogliamo restituire voce e visibilità a tante donne ancora invisibili. Invisibili persino per la società che le circonda, che per non vedere si volta dall’altra parte. Invisibili perché talmente stremate dalla violenza e dalla violazione dei loro diritti, da augurarsi di scomparire, di non essere viste, non esistere per non subire più» ci ha spiegato Marco Chiesara, Presidente di WeWorld «La violenza sulle donne è un problema che ci riguarda tutti e tutte, ma ognuno di noi può scegliere se voltarsi dall’altra parte o prendere posizione. Oggi con un sms possiamo fare un piccolo gesto concreto per fermarla».

Grazie alla campagna #MaiPiùInvisibili, fino al 15 marzo è possibile sostenere WeWorld donando due euro con un sms al numero solidale 45597, oppure donare cinque e dieci euro chiamando lo stesso numero da rete fissa.

Per l’occasione è stato realizzato anche un bellissimo spot, che vi invitiamo a guardare e che vede protagonista Ledi Meingati, attivista di origine Masai, impegnata al fianco di WeWorld contro le mutilazioni genitali femminili, nonché ospite d’eccezione al WeWorld festival, che abbiamo organizzato lo scorso novembre in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Nello spot, al suo dolore si uniscono le voci delle donne e dei loro figli, aiutate in questi anni dall’organizzazione a uscire dall’incubo della violenza. Se racconto quello che mi fa, mi ammazza. Mia figlia grande ha visto tutto e ne è uscita devastata. Prima di ucciderla mio padre ha picchiato mia mamma tutta la vita.

Attraverso la campagna #MaiPiùInvisibili, WeWorld (e con loro, anche noi di eos comunica) chiede che questo silenzio non sia più tollerato. Perché di violenza si può sparire.

Read More

Yoga contro lo stress da lavoro: tutti i benefici di una pratica costante!

Yoga contro lo stress da lavoro: tutti i benefici di una pratica costante!

Lo yoga in pausa pranzo o dopo il lavoro? È meglio della palestra, e persino dell’aperitivo, per combattere lo stress. Tra gli yogi di tutto il mondo è risaputo che la pratica costante comporti enormi vantaggi fisici e mentali. Ma a sostenerlo è anche la scienza.

Uno studio della Boston University ha rivelato che, prendendo lezioni di yoga due volte a settimana, sia possibile alleviare i sintomi dell’ansia e della pressione sul luogo di lavoro. Come? Grazie alla combinazione delle diverse posizioni yogiche e della respirazione profonda. In questo modo si riduce la produzione di cortisolo e di adrenalina, per dare inizio a uno stato di rilassamento profondo.

Lo yoga infatti non nasce come disciplina sportiva: è un metodo di crescita spirituale nato in India oltre cinquemila anni fa. Le prime testimonianze scritte di questa nobilissima disciplina si trovano negli Yoga Sutra del Maestro Patanjali, un filosofo vissuto nel II secolo a. C.

Ma qual è quindi il vero obiettivo dello yoga? Calmare la mente, rilassare l’anima, provare l’esperienza del silenzio interiore entrando in contatto diretto con una realtà non condizionata dall’esperienza.

Solo dopo aver condotto la mente a uno stato di intensa concentrazione attraverso il respiro, entra in gioco il fattore fisico. Già, perché fra gli yoga benefits ci sono anche la flessibilità, il tono muscolare di addominali e glutei e una migliore ossigenazione dei tessuti.

A questo proposito esistono moltissimi stili di yoga, più o meno complessi per adattarsi all’età e alla resistenza di ognuno: dall’Hatha Yoga (il più famoso), al Vinyasa Yoga (il più dinamico), all’Ashtanga Yoga (il più intenso), fino al Bikram Yoga, che si pratica in una stanza riscaldata fino a 40° per eliminare le tossine.

Anche all’interno di eos comunica lo yoga è una disciplina particolarmente sentita: a praticarla tra una riunione e l’altra sono Paola, appassionata di Bikram Yoga, Michela, che da poco si è avvicinata all’Hatha e al Forrest Yoga, e infine Francesca, che pratica il Vinyasa Yoga.

Read More

Ufficio stampa e social media marketing possono lavorare insieme?

Ufficio stampa e social media marketing possono lavorare insieme?

Molte aziende, spesso, si trovano di fronte a questo interrogativo: quando si tratta di investire in comunicazione, meglio puntare sull’ufficio stampa o sulle attività di social media marketing?

La risposta che sentiamo di dare è: su entrambi. E le ragioni sono molteplici. Un esempio? Adesso le cosiddette “pubbliche relazioni” vanno cercate, costruite e mantenute anche con blogger e influencer. Personalità particolarmente interessanti e competenti nella loro sfera d’azione, e che interagiscono tramite i social network.

L’era dei maxi-uffici stampa è finita. Un tempo, questi erano gli unici in grado di “parlare” con le maggiori testate giornalistiche o con le grandi emittenti televisive. Ora la realtà è ben diversa ed è costellata da piccole e grandi comunità – pagine web, blog, account social – in cui gravita buona parte della clientela a cui mirano le aziende.

La presenza pervasiva, per certi versi invasiva, dei social network nel mondo della comunicazione ha indotto molti a pensare: l’ufficio stampa non serve più.

Ma chi come noi ha a che fare con queste dinamiche quotidianamente sa che è un errore. L’ufficio stampa parla attraverso i giornali. I social network parlano attraverso le persone. Non sono due realtà concorrenti ma alleate.

Ecco perché la scelta migliore per le aziende consiste in una strategia rivolta alla stampa (generalista o di settore) e parallelamente ai social network, con metodi, tempistiche e contenuti differenziati.

Una volta appurato che l’addetto stampa e il social media manager non sono in competizione, la sfida è coordinarne le azioni. La soluzione migliore? Affidarsi a un’agenzia di comunicazione come eos comunica, dove è più facile intraprendere strategie condivise. E soprattutto, dove addetto stampa e social media manager si trovano (spesso) nella stessa stanza!

Read More

In ufficio…come a casa: eos comunica e lo smart working

In ufficio…come a casa: eos comunica e lo smart working

Trascorrere ore nel traffico o tra una metropolitana e l’altra, rinchiudersi in ufficio dalle 9.00 alle 18.00, non alzare mai gli occhi dal computer se non in pausa pranzo: questi modelli comportamentali sono all’avanguardia tanto quanto una locomotiva a vapore o un telegrafo. Sì, perché da tempo ormai il lavoro flessibile (o smart working) rappresenta non sono una “buona pratica” per le aziende, ma una condizione necessaria per la competitività.

I dati dell’ultimo Global Workspace Survey di IWG (International Workplace Group) non lasciano spazio a interpretazioni. Il mondo del lavoro sta cambiando in funzione del benessere psicofisico della persona.

Gli effetti negativi dello stress sono ormai noti. Il 95% dei responsabili delle risorse umane intervistati da IWG pensa che la creazione di un ambiente opprimente o carico di tensioni abbia degli effetti disastrosi sulle prestazioni dei dipendenti.

La parola d’ordine è dunque flessibilità. In Europa le politiche di smart working sono sempre più diffuse: nell’80% delle aziende in Germania, poi in Olanda (75%), nel Regno Unito (68%), in Spagna (61%) e in Francia (60%).

Le ragioni di questa tendenza sono molto chiare: i dipendenti che possono lavorare con maggiore autonomia sono più soddisfatti, più produttivi e più leali nei confronti dell’azienda.

Eos comunica è al passo con i tempi? Assolutamente sì. Da quasi un anno abbiamo adottato un modello di lavoro flessibile per tutti i dipendenti (secondo lo studio di IWG, in Italia le aziende che lo fanno sono “solo” il 59% del totale).

Ma la flessibilità significa anche luoghi di lavoro sempre più aderenti alle esigenze dei professionisti: dal 2017 gli uffici di eos comunica si trovano all’interno di Spaces, una business community di design nel centro di Milano. Abbiamo anche una terrazza sullo skyline di Porta Nuova!

Read More

eos comunica lancia il servizio Podcast!

eos comunica lancia il servizio Podcast!

Finalmente ci siamo! Dopo tanto (tanto) lavoro, eos comunica è pronta a lanciare un nuovo servizio, i Branded Podcast. Di che si tratta?

Un podcast è una breve trasmissione radio registrata digitalmente e resa disponibile su Internet. È scaricabile e riproducibile in qualunque momento, su qualsiasi dispositivo (computer, smartphone, tablet), indipendentemente dall’orario di trasmissione.

Perché abbiamo deciso di buttarci in questa nuova avventura? Perché crediamo fermamente che sia necessario investire nel futuro, in nuovi modi di comunicare e di raccontare i valori dei nostri clienti.

Secondo i dati della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), tra il 2005 e il 2018 la diffusione dei quotidiani cartacei si è dimezzata. Tra i lettori di quotidiani, spopolano gli over 55. Significa che i trentenni e i quarantenni hanno smesso di informarsi?

No, stiamo solo assistendo a una progressiva “disaffezione” nei confronti delle fonti d’informazione classiche e mainstream. Il tutto a vantaggio di una “dieta mediatica” che è sempre più diversificata e pensata come on demand.

Insomma, l’era geologica dei libri e dei giornali cartacei è ora superata da infinite possibilità, più rapide, tutte nello smartphone: serie tv, video su YouTube e giochi.

Eppure il fascino del racconto non muore, ma (ri)trova nuove vie: quella, per esempio, dell’audio e della storia narrata a voce. L’audio è lo strumento ideale per raccontare storie, per stimolare l’ascoltatore a usare la propria immaginazione. Creando intimità e connessione.

Immaginiamo quindi un podcast come un diario, una sorta di mini-blog, disponibile sotto forma di file audio, da ascoltare ovunque, in qualsiasi momento. Indipendentemente da quale hobby, interesse o tematica si apprezzi, si troverà sicuramente un podcast adatto alle proprie esigenze: basti pensare che In Italia sono 2,7 milioni gli ascoltatori abituali di podcast!

eos comunica servizio podcast

Non deve sorprendere quindi che molte aziende considerino i Branded Podcast uno strumento efficace con cui attuare la loro Content Marketing Strategy, anche a fronte della loro “flessibilità”.

I Branded Podcast possono infatti avere declinazioni differenti a seconda dei diversi obiettivi di comunicazione. Produrre un buon contenuto, coerente con i valori di un Brand e con i suoi obiettivi di business, permette di guadagnare la fiducia di persone pronte ad ascoltarlo (più volte) nel tempo.

Noi siamo pronti, e voi?

 

Read More

Meno articoli, più giornalisti, più lettori: la formula vincente di Le Monde

Meno articoli, più giornalisti, più lettori: la formula (vincente) di Le Monde

Qual è la formula in grado di decretare il successo di una testata giornalistica? Forse il contenimento dei costi, meglio se accompagnato da un aumento della produttività. Con le nuove tecnologie, poi, è ancora più semplice: un giornalista da solo può confezionare molti più articoli oggi rispetto al passato. Quindi: più articoli, più clic, più guadagni per la testata. Sembra sensato, eppure l’industria dei media tradizionali è in crisi, mentre quelli che si sono salvati lo hanno fatto a discapito della qualità.

Lo scorso 20 gennaio, il direttore del quotidiano francese Le Monde Luc Bronner ha postato un tweet che sembra legittimare un cambio di rotta: per salvare il giornalismo, un’altra strada è possibile.


Scrive Luc Bronner che, fra il 2018 e il 2019, Le Monde ha ridotto del 14% il numero degli articoli pubblicati e che, parallelamente, ha assunto più giornalisti – per un totale di circa cinquecento persone che lavorano per la testata – dando loro il tempo di concentrarsi maggiormente sulle inchieste.

Il risultato? Il numero di lettori sul web (e sulla carta!) è aumentato dell’11%. Più giornalisti, meno articoli, più lettori. Un’equazione che a primo impatto ha dell’incredibile, ma che in realtà nasconde un’intuizione alquanto semplice. Puntando su un giornalismo di prima scelta, il numero dei lettori è aumentato.

Il caso Le Monde – meno isolato di quanto sembri – pare suggerire che, in un mondo affollato di notizie gratuite scadenti, postate frettolosamente e a volte volutamente fasulle, c’è un pubblico disposto ad acquistare un’informazione sicura, affidabile, verificata. È lo stesso ragionamento che ogni mese spinge milioni di persone a pagare l’abbonamento a Netflix o a Spotify: la garanzia di un prodotto di qualità!

Read More

Denzel Washington ha accusato la stampa di diffondere fake news

Denzel Washington ha accusato la stampa di diffondere fake news

«Se non leggi i giornali non sei informato, se li leggi sei male informato». In due semplici battute, la diagnosi e la critica, lo smarrimento e il paradosso dell’uomo contemporaneo di fronte al dibattito globale su quella che è stata definita “post verità” o fenomeno delle fake news.

A pronunciarlo in una breve intervista è stato l’attore statunitense Denzel Washington. Che si è aggiunto così all’ormai vasto coro di critiche verso la dilagante disinformazione propagata dal circuito mainstream.

Una delle maggiori problematiche del giornalismo contemporaneo – spiega l’attore – riguarda il concetto di “verità”. Nel momento in cui la preoccupazione principale per chi si occupa di informazione consiste nel comunicare una notizia prima di tutti gli altri – spesso a discapito dell’autenticità dei dati e di una corretta identificazione delle fonti – automaticamente chi legge i quotidiani corre un enorme rischio: quello di essere disinformato.

Si tratta di questioni complesse, opache, contraddittorie, dove la zona grigia è molto più ampia del bianco e del nero. Quand’è che un’imprecisione diviene bufala, il pettegolezzo diviene notizia, o la fake news diviene strumento di propaganda o di business? È cambiato lo scenario dei media, i ruoli sono meno chiari e le responsabilità poco definite.

C’è chi per “curare” la malattia delle fake news adopera il fact checking, ossia la confutazione, attraverso strumenti o fonti attendibili, delle bufale che circolano in rete, sui giornali o in tv. Ma così decade automaticamente quella che è, a tutti gli effetti, la maggiore responsabilità dei giornalisti.

Come ha detto l’attore si tratta semplicemente di: «dire la verità. Non solo arrivare per primi, ma dire la verità».

Read More

Come realizzare un piano di comunicazione in sette punti

Come realizzare un piano di comunicazione in sette punti

Che cos’è un piano di comunicazione? Chiunque lavori in un’agenzia di comunicazione come eos comunica si ritroverà ad aver a che fare (quasi) giornalmente con questo tipo di attività. Si tratta di un processo che illustra le strategie, i tempi e le risorse che saranno impiegati per raggiungere un determinato obiettivo. Un esempio? Lanciare o rafforzare la presenza di un’azienda sulla stampa, sul web e sui social.

Redigere un piano di comunicazione efficace non è semplice: tutte le risorse dell’agenzia devono agire in perfetta armonia, consapevoli del proprio ruolo. Naturalmente, ogni piano di comunicazione differisce dai suoi simili in base agli obiettivi del cliente, ma quasi tutti richiedono alcuni elementi fissi. Noi di eos comunica abbiamo raccolti per voi!

Il contesto

Il primo elemento da inserire in un piano di comunicazione efficace è una descrizione del contesto – economico, geografico, organizzativo – in cui opera l’azienda cliente: serve un’analisi accurata per individuare tutte quelle criticità sulle quali si dovrà intervenire.

Gli obiettivi

Indicare gli obiettivi da raggiungere è indispensabile, anche se sono stati già definiti in fase di colloquio preliminare. È importante svilupparli ulteriormente, aggiungendo nuovi dettagli che saranno utili a un’eventuale valutazione.

Il target

Chi sono i destinatari del piano di comunicazione? Dove vivono, quali sono i loro interessi? Insomma, è fondamentale capire la fascia di pubblico da intercettare.

I tempi

Il piano di comunicazione deve includere, dove possibile, la calendarizzazione di ogni singola attività. Meglio evitare di fare riferimento a un futuro non meglio specificato.

I costi

Nel pianificare le azioni di comunicazione occorre tenere conto dei costi, compresi quelli extra. In base al budget a disposizione dell’azienda, si possono infatti utilizzare determinati canali e strumenti. Per fortuna, le opportunità offerte oggi del web sono molto valide, anche con un piccolo investimento.

La strategia

Questa tappa comprende la programmazione dei contenuti nei canali prescelti. Vengono quindi scelti i mezzi di comunicazione più idonei: meglio implementare il sito internet o la newsletter? È più opportuno realizzare una campagna sui social o organizzare un evento? È in questa fase che si denota il valore (prezioso) di un’agenzia di comunicazione.

Il monitoraggio

Per verificare l’efficacia della strategia – ed eventualmente apportare delle correzioni in corso d’opera – è opportuno includere nel piano degli strumenti di monitoraggio. Una buona reportistica è utile non solo all’azienda cliente, ma anche (e soprattutto) all’agenzia!

Read More