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Venezia79: la visione sostenibile di Repower

Venezia79: la visione sostenibile di Repower

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si è chiusa sabato 10 settembre la 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con la consacrazione di Laura Poitras per il miglior film a ‘All the Beauty and the bloodhed’ , di Luca Guadagnino per la miglior regia con ‘Bones and all’ e di Cate Blanchett, migliore attrice con ‘Tar’ .

Anche quest’anno Repower ha sostenuto la Biennale Cinema e noi di eos comunica abbiamo coperto la manifestazione: per la parte dell’ufficio stampa e per il racconto sul blog e sui social di Homo Mobilis by Repower, dedicato alle soluzioni di mobilità elettrica. 

Con una grafica realizzata per la Biennale Cinema, liberamente ispirata al lavoro innovativo di Fortunato Depero, Repower ha portato al lido il suo ecosistema di mobilità sostenibile.

Dai cargobike LAMBROgino ad E-LOUNGE, le panchine intelligenti per la ricarica di e-bike e dispositivi elettronici installate di fronte al Palazzo del Cinema e nei pressi dell’iconico Hotel Excelsior, passando per DINA, la nuova rastrelliera di design che consente di ricaricare fino a 4 e-bike fino a Repowerᵉ, la barca 100% full electric che durante la kermesse ha accompagnato la madrina Rocio Morales , la giuria capitanata da Julienne Moore e ospiti, vip, e attori protagonisti, anche, dei party esclusivi di Vanity Fair.

Ragionare di mobilità e nautica sostenibile in una città così fragile come Venezia rappresenta una vera sfida per il futuro: una riflessione che Repower ha fatto sua non solo con la sua presenza alla Biennale ma anche attraverso il podcast ‘Rumors d’ambiente’ che proprio alle città del futuro dedica un focus specifico che ha incluso proprio la testimonianza di Roberto Ciccutto, presidente di Biennale, su come sta cambiando Venezia, su i temi della sostenibilità. Curiosi? Ascoltatela qui.

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eos comunica l’agenzia che conta!

eos comunica l’agenzia che conta!

Con l’avvicinarsi delle meritate vacanze è tempo di bilanci, almeno di medio termine.

Come sono andati i primi sei mesi in eos comunica?

Se la voglia di ricaricarsi e riprendere nuove energie è proporzionale alle attività che ci hanno visti coinvolti, possiamo senza dubbio rispondere: molto bene!

I risultati li conoscono bene i nostri clienti, noi abbiamo pensato qui, di far parlare i numeri. Perché eos oltre a comunicare… sa anche contare 😉

Le attività di ufficio stampa e content management ci hanno dato molto da fare come testimonia la mole importante di comunicati stampa prodotti e articoli usciti su tutta la stampa italiana: nazionale, locale, specializzata, radio e tv. In eos comunica abbiamo deciso sin dall’inizio, di non focalizzarci su un unico settore: un approccio molto eterogeneo e, a nostro avviso vincente, che ci ha permesso negli anni di costruirci un network importante sui media italiani: dalla finanza all’energia, dal real estate all’hospitality, dalla consulenza all’intelligenza artificiale, passando per il food, il fashion e la cooperazione internazionale.

I giornalisti in organico nel nostro team non sono stati mai fermi: dagli articoli per i blog aziendali alle newsletter, da publiredazionali a speech e interventi per i nostri clienti, abbiamo prodotto una media di 18 articoli al mese.

Festival, conferenze, fiere, tavole rotonde, incontri one to one con giornalisti: gli eventi dei nostri clienti , che ci hanno visti coinvolti nell’organizzazione, la strategia e la gestione, sono ripresi principalmente dal vivo, ma la commistione con digitale, in molti casi, ci ha permesso di ottimizzare tempi e risorse.

Dalla produzione di piani editoriali mirati su specifiche progetti, all’ideazione e realizzazione di attività creative o compagne pubblicitarie ad hoc, le attività sui social network che curiamo per i nostri clienti non si sono mai fermate così come quelle relative ai podcast, attività che presidiamo ormai da anni in tutte le sue fasi e che ci ha permesso di allargare lo sguardo e mantenere le antenne della nostra curiosità ben sintonizzate sul mondo che ci circonda e su quello che verrà.

Ma eos comunica è anche chiacchiere, confronto, condivisione, racconti, battute, momenti di vita vissuta insieme: il nostro è un team unito più che mai che macina tanti (troppi!) caffè, pause pranzo e molti km principalmente in bici da e per l’ufficio.

Ora è tempo anche per noi di ricaricare mente e corpo!

In giro per il mondo, o in Italia, al caldo o al freddo, in solitaria, in compagnia o in famiglia.

eos comunica va in ferie e chiude dall’8 al 21 agosto. Ci rivediamo a settembre!

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Al MiCo per il 12.mo Salone del Risparmio: la nostra cronaca

Al MiCo per il 12.mo Salone del Risparmio: la nostra cronaca

Si è chiusa ieri al MiCo di Milano, la 12.ma edizione del Salone del Risparmio, l’appuntamento di riferimento per il mondo del risparmio gestito, il momento atteso dagli operatori del settore per fare il punto sui temi più caldi, le sfide del settore, i manifesti programmatici e gli obiettivi futuri.

Noi di eos comunica siamo a bordo della manifestazione di Assogestioni da ormai 11 anni: durante i quali abbiamo seguito l’evento di punta dell’associazione italiana del risparmio gestito, sia per le attività di ufficio stampa che per quelle relative ai contenuti e ai social network.

L’edizione di quest’anno dal titolo ‘Umano, responsabile, digitale’, è stata la prima del neo eletto Presidente Assogestioni Carlo Trabattoni, che nel suo discorso d’apertura ha lanciato un messaggio di fiducia sullo stato di salute del risparmio gestito che “non è mai stato così forte con oltre 2500 miliardi di masse alla fine del 2021”, indicando i pillar fondamentali per le azioni future dell’industria del gestito: mettere al centro l’attenzione verso il cliente retail, lo snellimento normativo e l’alleggerimento fiscale, la semplicità delle proposte di investimento e la trasparenza dell’offerta.

Protagonista della plenaria di apertura Rachel Botsman, Trust Fellow della Oxford University e il suo keynote speech sulla fiducia definita una ‘relazione con l’ignoto’. “Una reazione sbagliata è quella di focalizzarsi solo sulle nuove tecnologie senza tenere conto che il vero cambiamento sta nella centralità che ognuno pretende sia riconosciuta ai propri obiettivi di vita. Questo è il vero nodo intorno a cui lavorare per chi si occupa di sviluppare modelli di business in tutti i settori, compreso quello finanziario”.

Guarda al futuro, lo speech del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao che ha ricordato come l’innovazione buona sia quella trasparente e di lungo periodo. “Bisogna dare un concreto sostegno all’innovazione – ha dichiarato – per permettere agli operatori del settore di sviluppare nuove idee, attaccare le rendite di posizione e portare efficienza nel mercato”.

Tanti i temi trattati durante la manifestazioni come quelli, attualissimi, delle sfide rappresentate dagli investimenti ESG e della Diversity e inclusione di genere nel settore del risparmio gestito, con la ricerca che Assogestioni ha prodotto in collaborazione con Valore D.

La terza giornata, che ha visto la cerimonia dell’emissione del Francobollo dedicato all’industria del risparmio gestito, fortemente voluto da Assogestioni, si è conclusa con l’appello di Marco De Rossi, We School sul ruolo dell’educazione come ‘tecnologia sociale che permette ai cittadini di essere indipendenti’ e il bilancio soddisfatto del Presidente Assogestioni: ‘Da qui guardo ancora con più entusiasmo al mio percorso di Presidenza nel prossimo triennio, con la convinzione che le persone saranno il vero motore dello sviluppo della nostra industria e il fulcro delle nostre strategie’.

La manifestazione, che per 3 giorni ha monopolizzato l’attenzione dei media economici finanziari, chiude i battenti col numero record di 20 mila partecipanti, in presenza e in streaming .

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12.mo Salone del Risparmio: al via le iscrizioni. Al centro capitale umano e innovazione

12.mo Salone del Risparmio: al via le iscrizioni. Al centro capitale umano e innovazione

Torna anche quest’anno, per l’edizione n.12 il Salone del Risparmio, l’evento di riferimento per gli operatori del settore del risparmio gestito a cura di Assogestioni che si svolgerà dal 10 al 12 maggio 2022 sia in presenza al MiCo di Milano che online su FR|Vision.

La collaborazione di eos comunica con Assogestioni è ormai decennale, e negli anni abbiamo curato la comunicazione dell’evento sui media attraverso l’attività di ufficio stampa, sui social network, o attraverso una serie di contenuti divulgati sul sito dell’evento e tramite newsletter.

Quest’anno il titolo della manifestazione è ‘Umano, responsabile, digitale. Lo sviluppo economico e sociale del prossimo decennio” e mette al centro dei lavori della tre giorni i temi più caldi per l’industria del risparmio gestito calati nel periodo storico che stiamo vivendo: dalla transizione sostenibile alla rivoluzione digitale fino allo sviluppo imprescindibile del capitale umano.

Futuro, innovazione, persone e fiducia: attorno a questi temi si concentrerà il programma del Salone che quest’anno sarà aperto da Rachel Botsman, lecturer di Harvard, definita da Monocle una dei 20 speaker più influenti a livello globale, che ispirerà il pubblico a pensare in modo diverso e a modificare il proprio punto di vista sulla fiducia e sul ruolo che essa ricopre all’interno delle nostre vite.

A meno di 2 mesi sono oltre 135 i marchi che hanno confermato la loro presenza a quella che si preannuncia un’edizione speciale ricca di temi, conferenze, approfondimenti, momenti di formazione certificata sui temi caldi del settore e di attualità, in un momento cruciale per il panorama economico e politico a livello mondiale.

L’ultima edizione del Salone, che ha avuto luogo a settembre 2021, ha potuto contare sulla presenza di oltre 160 marchi, la partecipazione di 11.000 visitatori unici che hanno generato oltre 17.000 visite in tre giorni. La formula ibrida ha contribuito ad incrementare la partecipazione dall’estero (salita dal 3 al 7%) e il numero medio di conferenze seguite da ogni partecipante passato da 2 a 4. Le 110 conferenze in programma hanno coinvolto più di 400 relatori e sono state trasmesse in diretta streaming per un totale di oltre 250 ore permettendo di offrire più di 50 ore di formazione professionale.

Le prime due giornate saranno aperte esclusivamente agli operatori del settore, la terza giornata è rivolta anche al pubblico.

Da oggi su www.salonedelrisparmio.com è possibile iscriversi e consultare il pre-programma composto da oltre 110 conferenze.

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Lo stato di salute del giornalismo italiano tra covid, disinformazione e precarietà: l’allarme dell’AGCOM

Lo stato di salute del giornalismo italiano tra covid, disinformazione e precarietà: l’allarme dell’AGCOM

Durante l’emergenza Covid-19 la disinformazione ha viaggiato on line, principalmente su fonti online non tradizionali come social, motori di ricerca o sistemi di messaggistica. 3/4 dei giornalisti italiani (73%) si sono imbattuti in casi di disinformazione: il 78% di questi almeno una volta a settimana, mentre il 22% addirittura una volta al giorno. Sono dati non rassicuranti quelli che emergono dal terzo Rapporto dell’Osservatorio sul giornalismo, “La professione alla prova dell’emergenza Covid-19”, recentemente pubblicato dall’AGCOM.

L’emergenza COVID-19 ha rappresentato un importante banco di prova per il sistema dell’informazione, posto nuovamente al centro del dibattito pubblico e politico per il suo ruolo fondamentale nella circolazione di notizie e aggiornamenti di natura medico-sanitaria (e non solo) ma anche per i giornalisti stessi, alle prese con l’ascesa delle piattaforme online come intermediari dell’informazione e con la circolazione di contenuti, molto spesso, non corretti.

Covid a parte: qual è lo stato di salute del giornalismo italiano? La categoria soffre l’invecchiamento dei suoi professionisti, con la progressiva scomparsa di under 30 e una forte riduzione di under 40. Una diffusa precarizzazione evidente soprattutto nelle nuove testate digitali, che si avvalgono spesso di freelance. Quello che emerge è una preparazione specialistica insoddisfacente sui temi economici, scientifici e tecnologici che ha spinto, soprattutto durante il covid, la maggioranza dei giornalisti ad utilizzare fonti istituzionali e dare spazio, senza filtri e mediazioni, a scienziati ed esperti. Il mix di questi fattori ha spinto la professione ad una crescente ibridazione con attività attinenti al campo della comunicazione con molti giornalisti che iniziano a impiegarsi in uffici stampa e comunicazione di enti pubblici e privati, caratterizzate da maggiore possibilità di accedere a fasce reddituali medio-alte e minore precarietà professionale (e personale).

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“Rumors d’Ambiente”: il podcast sulla sostenibilità che porta la nostra firma

“Rumors d’Ambiente”: il podcast sulla sostenibilità che porta la nostra firma

Da oggi potrete ascoltare il Podcast “Rumors d’ambiente – Alla ricerca della sostenibilità”, realizzato per il nostro cliente Repower e che porta la nostra firma.

Di cosa si tratta? È il primo podcast interamente dedicato al mondo della sostenibilità, che viene raccontata in tutte le sue sfaccettature, dall’energia alla mobilità, dal design alla moda alla finanza. Per ogni tema, una puntata che racconta le vicende di donne e uomini del passato che hanno fatto la storia della sostenibilità; e un’intervista ai protagonisti di oggi. Il tutto raccontato dal giornalista e divulgatore scientifico Maurizio Melis, storica voce di Radio24 e appassionato di innovazione e sostenibilità.

Lo trovate online sul sito dedicato, e su tutte le principali piattaforme di podcast.

Come è nata l’idea? Ci abbiamo pensato a marzo, durante il primo lockdown. Un periodo che ha visto un profondo cambiamento nelle modalità di comunicazione delle aziende, e un forte aumento nel consumo di podcast in Italia: secondo una ricerca di Blogmeter per Audible, a marzo/aprile la discussione e l’interazione in rete su questi argomenti ha avuto uno slancio in termini di messaggi (157 mila, +70% rispetto a gennaio-febbraio) e interazioni (13,14 milioni, +60%). I podcast hanno riguardato 140 mila messaggi, il 91% del totale.

Per Repower abbiamo pensato al racconto narrato a voce come strumento di approfondimento e divulgazione di un tema coerente con i valori aziendali: sostenibilità e innovazione. I “branded podcast” sono infatti per le aziende uno strumento efficace per creare una comunità fedele di appassionati, e connettersi in modo più profondo con il proprio target, attraverso contenuti di qualità. La forza dei branded podcast è infatti la capacità di creare valore per chi ascolta.

Per “Rumors d’ambiente” ci siamo occupati di tutte le fasi del progetto: ideazione del concept e degli argomenti, proposta di temi e personaggi da intervistare, definizione del calendario delle puntate, scrittura dei testi.

Un assaggio? Nel podcast troverete, tra le altre, le interviste a Jeffrey Shnapp, fondatore del MetaLab di Harvard e pioniere delle Digital Humanities, Luca Travaglini, fondatore di Planet Farms, Italo Rota, uno dei più famosi architetti italiani, Enrico Giovannini, co-fondatore dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. E poi le storie di Octavia Hill, che creò i primi modelli di social housing negli slum della Londra vittoriana, Doris Day, con la storia della pelliccia ecologica, la biologa Rachel Carson, che per prima denunciò gli effetti dei pesticidi sulla natura e sull’uomo.
E ora, non vi resta che ascoltare (e, se volete, dirci cosa ne pensate: info@eoscomunica.it). Enjoy! ☺

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Cercare lavoro in tempi di Covid19: il boom di LinkedIn

Cercare lavoro in tempi di Covid19: il boom di LinkedIn.

C’è un legame tra la pandemia da Covid19 e la ricerca di lavoro su Linkedin? Secondo Micrsoft sembrerebbe proprio di sì. La società, che nel 2016 ha acquisito per la modica cifra di 26,2 miliardi di dollari il network professionale più utilizzato al mondo, ha reso noti recentemente i dati sui risultati del gruppo nel II quadrimestre  comunicando un incremento di LinkedIn pari al +31%  rispetto allo scorso trimestre: parliamo di 722 milioni di utenti nel mondo rispetto ai 675 di Gennaio di inizio anno.

Sono dati che, come spiega bene Social Media today, vanno presi sempre con le pinze dal momento che LinkedIn non rende noti i numeri degli utenti realmente attivi al giorno o al mese e risulta difficile distinguere quanti sono quelli semplicemente iscritti ‘perché occorre esserci’, e quanti invece sono realmente attivi sulla piattaforma.

Stando ai dati del rapporto di Microsoft, 3 persone sono assunte ogni minuto su LinkedIn e più professionisti si rivolgono alla piattaforma di formazione filiale, LinkedIn Learning, per aumentare il proprio capitale di conoscenza, guardando più di un milione di ore di contenuti ogni settimana, (più del doppio rispetto a un anno fa).

Ma cosa pensa il social network? Andrew Seaman, editor di LinkedIn News, ha recentemente pubblicato una ricerca che fotografa uno stigma molto diffuso tra chi ha perso il lavoro, anche a causa della pandemia, e cioè la vergogna e l’imbarazzo di far sapere alla propria rete di contatti di essere disoccupati. Seaman stila una serie di consigli utili per chi è alla ricerca di una nuova occupazione.

  1. Ripetersi di non esser soli: essere abbattuti, o stressati, per l’assenza di lavoro è normale e riguarda tutti
  2. Indagare tutte le strade possibili: mandare CV studiati e personalizzati, far sapere a tutti di essere alla ricerca di lavoro, non solo la propria rete professionale anche amici, familiari, ex colleghi, conoscenti, contatti sui social network
  3. Chiedere referenze alla propria rete
  4. Impostare bene i job alerts rispetto alle posizioni per le quali ci si vuole candidare
  5. Essere attivi sul social network non solo attraverso la ricerca di lavoro ma anche con articoli e pubblicazioni: postare regolarmente aumenta la possibilità di crearsi un nuovo network.

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Social Network: il balzo di TikTok nel cuore degli italiani

Social Network: il balzo di TikTok nel cuore degli italiani

TikTok fa un balzo in avanti nel cuore degli italiani come uno tra i social preferiti: la comunità di video globale registra a giugno 2020 un +20,5% come fotografa l’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nel suo Osservatorio sulle Comunicazioni del 2020.  Nel periodo di analisi, marzo-giugno 2020, nonostante l’allentamento delle misure di contenimento dell’epidemia, il social media di mini video frequentato dai giovani di tutto il mondo è stato utilizzato, nel nostro paese, da 6,6 milioni di utenti. Parliamo di un balzo che fa notizia se si pensa che, rispetto a giugno 2019 quando TikTok contava meno di 1 milione di utenti, il social network ha registrato un aumento a tripla cifra con un +593%.

A seguire questo trend positivo è, inaspettatamente, Pinterest, frequentato a giugno 2020 da 16,7 milioni di utenti unici (+12,2 punti percentuali). E i social network più classici? Facebook, con quasi 37 milioni di utenti unici e una contrazione su base trimestrale del 4%, si conferma la principale piattaforma utilizzata dagli utenti. Analoga tendenza si osserva per Instagram, Linkedin e Twitter i cui consumi a giugno 2020 si attestano sui valori di dicembre, ma in sensibile calo se confrontati con quelli registrati nel periodo di lockdown (rispettivamente -36%; -12,2% e -21,8%).

L’Osservatorio conferma, tra gli altri, i trend negativi del settore dell’editoria già evidenziati nei precedenti Osservatori: nel mese di giugno 2020, la vendita di quotidiani (cartacee e online) subisce una flessione del 25% su base annua per un totale di 2,1 milioni di copie: nella forbice giugno 2016/giugno 2020 le copie giornaliere cartacee complessive vendute dai principali editori si sono quasi dimezzate, passando da circa 2,3 a 1,3 milioni di unità, mente le copie digitali hanno registrato un incremento se si considerano i valori di giugno 2019 (+11%) ma una flessione (-21%) se consideriamo l’intero periodo.

Riguardo al settore televisivo, rispetto a giugno 2019 la Rai, nonostante la contrazione della propria quota (-0,8 %), continua a mantenere la leadership con una share del 34%; al secondo posto, Mediaset, che con 3,2 milioni di telespettatori nel giorno medio, registra un incremento (0,8 punti percentuali) e raggiunge una share del 31,8%. Analizzando l’evoluzione delle audience delle edizioni serali dei principali programmi di informazione, Tg1 e Tg5 si confermano nel giorno medio i più seguiti (complessivamente con circa 8,4 milioni di ascoltatori e una crescita, rispettivamente, di +1,7% e +0,4%). Al terzo posto si colloca l’edizione serale della testata a carattere locale di Rai 3 (TgR) con una share, pari al 15,1%, in crescita di +3,5%.

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Tra covid ed elezioni: negli Usa la sfida dei social network è contro le fake news

Tra covid ed elezioni: negli Usa la sfida dei social network è contro le fake news

Mai come quest’anno, la sfida dei social network sarà quella di combattere la disinformazione e le fake news. Negli Usa stanno svolgendo un ruolo fondamentale nelle imminenti elezioni presidenziali: nelle scorse settimane social come Facebook, Twitter, YouTube, e anche quelli meno strumentalizzati ‘politicamente’ come TikTok e Pinterest, hanno imposto direttive molto chiare su come arginare la disinformazione sulle elezioni e le modalità di voto. Nelle prossime settimane lo sforzo maggiore sarà quello di far rispettare queste direttive in caso di risultati elettorali non schiaccianti, o contestati.

Ma facciamo un passo indietro. La principale sfida di quest’anno per le social media company è stata quella di imporre rigide regole sulla diffusione di fake news sull’epidemia da Covid 19  spesso diffuse proprio dagli account social di politici, Trump in primis, e i suoi organi di partito. Stando ai dati ufficiali sono più di 7 milioni i post rimossi da Facebook e Instagram con informazioni sbagliate sul virus, e 98 milioni le ‘etichette di avvertimento’ applicate a contenuti social giudicati fuorvianti. Stesso procedimento si è verificato nell’arginare gli effetti a cascata dei post social di Trump e alleati sulle frodi elettorali che si sono moltiplicati, soprattutto, nell’ultimo mese.

Ben venga il divieto di nuove adv politiche nelle settimane che precedono le elezioni o di diffondere informazioni premature sui vincitori, o la rimozione di post falsi sui risultati delle elezioni, o anche le etichette di avvertimento ai post che minano il risultato stesso delle elezioni. Ma saranno sufficienti a bloccare un processo messo in atto molto prima, quello cioè di insinuare il dubbio che l’intero processo elettorale sia una farsa?

‘Nella notte delle elezioni, il diavolo sarà nei dettagli’, afferma al Times Graham Brookie, direttore dell’Atlantic Council’s Digital Forensic Research Lab, istituto che traccia la disinformazione esponendo e tracciando fake news.

Quand’è che un’imprecisione diviene bufala, il pettegolezzo diviene notizia, o la fake news diviene strumento di propaganda o di business? Ne avevamo già parlato qui

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I social netowork ai GenZers? Piacciono sempre meno

I social network ai GenZers? Piacciono sempre meno

Ai ragazzi nati dopo la metà degli anni ’90, i cosiddetti GenZers, i social network piacciono sempre meno. A rivelarlo è lo studio di Dentsu Aegis Network  reso noto a fine luglio: il Digital Society Index. Il rapporto, condotto a livello mondiale su 5 mila GenZers da 18 a 24 anni, ha monitorato l’uso di Internet nei dodici mesi da maggio 2019 a maggio 2020, fino alla fine del lockdown.

In Italia un giovane su quattro nell’ultimo anno ha disattivato il proprio account. Uno su cinque è invece la media mondiale. Il Giappone si posiziona ultimo della classifica con solo un abbandono ogni venticinque utenti.

La preoccupazione principale è la sicurezza e l’uso dei propri dati personali. Ma i GenZers restano ottimisti dell’impatto positivo sulla società. Dallo studio emerge che, circa un terzo dei ragazzi nel mondo ha limitato il tempo trascorso online per quanto riguarda l’uso di telefonini e Pc (in Italia il 35%). Non solo. Diminuisce in modo rilevante lo sharing di informazioni sui gruppi. Il 43% dei giovani della Generazione Z (da noi un punto in più) ha adottato misure per ridurre la quantità di dati condivisi online. Inoltre per mantenere l’anonimato cancella la cronologia delle ricerche ed esegue navigazioni in incognito con Chrome.

Metà degli under 24 è convinto poi che Intelligenza Artificiale e robotica creeranno opportunità di lavoro fondamentali nei prossimi cinque anni. Ma ritiene necessario da parte delle aziende informatiche di seguire precise regole di etica applicata a questo specifico settore.

Un’ultima curiosità: per i GenZers è meglio una faccina per chiudere una frase che un punto. Lo avreste mai detto?

Un influencer come Marco Montemagno, esperto di tecnologia, sui social e i ragazzi la pensa così.

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