Physical-smart office: benvenuti nell’ufficio post Covid-19
Open space modulabili, huddle room sanificate, mense trasformate in smart canteen: è in arrivo l’ufficio del futuro, quello del post Covid-19. Secondo la società di architettura D2U – Design to Users, per la quale curiamo l’ufficio stampa e la presenza digitale sui social network, per riorganizzare gli spazi servirà un cambiamento di fondo anche nella cultura aziendale.
Occorre cogliere questa nuova ripartenza come un’opportunità, dicono gli esperti, per ripensare la cultura organizzativa, mettere al centro la flessibilità, il lavoro per obiettivi, il bilanciamento tra casa e lavoro.
Gli uffici smart, secondo D2U, andranno ridisegnati: dall’open space si passerà all’open space rimodulabile a seconda delle persone presenti e delle normative sul distanziamento sociale. La community degli uffici diventerà un mix tra reale e virtuale, uno spazio in cui tutti i dipendenti non saranno mai presenti contemporaneamente. Maggior spazio sarà dato quindi alle videoconference rooms, che diventeranno strumenti indispensabili per mantenere la coesione all’interno del team di lavoro.
Le mense potranno diventare smart canteen: luoghi modulari dove, al termine dei pasti, i tavoli potranno essere riorganizzati come postazioni di lavoro per garantire il distanziamento sociale (qualora, per esempio, ci siano troppe persone presenti negli uffici tradizionali).
Gli auditorium diventeranno multisale di dimensioni variabili. Da spazi dedicati agli incontri, le sale riunioni si trasformeranno in huddle room, ovvero piccole stanze separate dal resto del team aziendale, attrezzate per ospitare meeting veloci, videoconferenze e brainstorming virtuali, e che dovranno essere sanificate in modo semplice ed efficace dopo ogni utilizzo.
E per chi lavora a distanza? Palestre, sale giochi per bambini e altre sale condominiali potranno essere adattate in modo flessibile per ospitare postazioni per smart working.
In ufficio…come a casa: eos comunica e lo smart working
Trascorrere ore nel traffico o tra una metropolitana e l’altra, rinchiudersi in ufficio dalle 9.00 alle 18.00, non alzare mai gli occhi dal computer se non in pausa pranzo: questi modelli comportamentali sono all’avanguardia tanto quanto una locomotiva a vapore o un telegrafo. Sì, perché da tempo ormai il lavoro flessibile (o smart working) rappresenta non sono una “buona pratica” per le aziende, ma una condizione necessaria per la competitività.
I dati dell’ultimo Global Workspace Survey di IWG (International Workplace Group) non lasciano spazio a interpretazioni. Il mondo del lavoro sta cambiando in funzione del benessere psicofisico della persona.
Gli effetti negativi dello stress sono ormai noti. Il 95% dei responsabili delle risorse umane intervistati da IWG pensa che la creazione di un ambiente opprimente o carico di tensioni abbia degli effetti disastrosi sulle prestazioni dei dipendenti.
La parola d’ordine è dunque flessibilità. In Europa le politiche di smart working sono sempre più diffuse: nell’80% delle aziende in Germania, poi in Olanda (75%), nel Regno Unito (68%), in Spagna (61%) e in Francia (60%).
Le ragioni di questa tendenza sono molto chiare: i dipendenti che possono lavorare con maggiore autonomia sono più soddisfatti, più produttivi e più leali nei confronti dell’azienda.
Eos comunica è al passo con i tempi? Assolutamente sì. Da quasi un anno abbiamo adottato un modello di lavoro flessibile per tutti i dipendenti (secondo lo studio di IWG, in Italia le aziende che lo fanno sono “solo” il 59% del totale).
Ma la flessibilità significa anche luoghi di lavoro sempre più aderenti alle esigenze dei professionisti: dal 2017 gli uffici di eos comunica si trovano all’interno di Spaces, una business community di design nel centro di Milano. Abbiamo anche una terrazza sullo skyline di Porta Nuova!