fbpx

eos comunica lancia il servizio Podcast!

eos comunica lancia il servizio Podcast!

Finalmente ci siamo! Dopo tanto (tanto) lavoro, eos comunica è pronta a lanciare un nuovo servizio, i Branded Podcast. Di che si tratta?

Un podcast è una breve trasmissione radio registrata digitalmente e resa disponibile su Internet. È scaricabile e riproducibile in qualunque momento, su qualsiasi dispositivo (computer, smartphone, tablet), indipendentemente dall’orario di trasmissione.

Perché abbiamo deciso di buttarci in questa nuova avventura? Perché crediamo fermamente che sia necessario investire nel futuro, in nuovi modi di comunicare e di raccontare i valori dei nostri clienti.

Secondo i dati della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), tra il 2005 e il 2018 la diffusione dei quotidiani cartacei si è dimezzata. Tra i lettori di quotidiani, spopolano gli over 55. Significa che i trentenni e i quarantenni hanno smesso di informarsi?

No, stiamo solo assistendo a una progressiva “disaffezione” nei confronti delle fonti d’informazione classiche e mainstream. Il tutto a vantaggio di una “dieta mediatica” che è sempre più diversificata e pensata come on demand.

Insomma, l’era geologica dei libri e dei giornali cartacei è ora superata da infinite possibilità, più rapide, tutte nello smartphone: serie tv, video su YouTube e giochi.

Eppure il fascino del racconto non muore, ma (ri)trova nuove vie: quella, per esempio, dell’audio e della storia narrata a voce. L’audio è lo strumento ideale per raccontare storie, per stimolare l’ascoltatore a usare la propria immaginazione. Creando intimità e connessione.

Immaginiamo quindi un podcast come un diario, una sorta di mini-blog, disponibile sotto forma di file audio, da ascoltare ovunque, in qualsiasi momento. Indipendentemente da quale hobby, interesse o tematica si apprezzi, si troverà sicuramente un podcast adatto alle proprie esigenze: basti pensare che In Italia sono 2,7 milioni gli ascoltatori abituali di podcast!

eos comunica servizio podcast

Non deve sorprendere quindi che molte aziende considerino i Branded Podcast uno strumento efficace con cui attuare la loro Content Marketing Strategy, anche a fronte della loro “flessibilità”.

I Branded Podcast possono infatti avere declinazioni differenti a seconda dei diversi obiettivi di comunicazione. Produrre un buon contenuto, coerente con i valori di un Brand e con i suoi obiettivi di business, permette di guadagnare la fiducia di persone pronte ad ascoltarlo (più volte) nel tempo.

Noi siamo pronti, e voi?

 

Read More

Meno articoli, più giornalisti, più lettori: la formula vincente di Le Monde

Meno articoli, più giornalisti, più lettori: la formula (vincente) di Le Monde

Qual è la formula in grado di decretare il successo di una testata giornalistica? Forse il contenimento dei costi, meglio se accompagnato da un aumento della produttività. Con le nuove tecnologie, poi, è ancora più semplice: un giornalista da solo può confezionare molti più articoli oggi rispetto al passato. Quindi: più articoli, più clic, più guadagni per la testata. Sembra sensato, eppure l’industria dei media tradizionali è in crisi, mentre quelli che si sono salvati lo hanno fatto a discapito della qualità.

Lo scorso 20 gennaio, il direttore del quotidiano francese Le Monde Luc Bronner ha postato un tweet che sembra legittimare un cambio di rotta: per salvare il giornalismo, un’altra strada è possibile.


Scrive Luc Bronner che, fra il 2018 e il 2019, Le Monde ha ridotto del 14% il numero degli articoli pubblicati e che, parallelamente, ha assunto più giornalisti – per un totale di circa cinquecento persone che lavorano per la testata – dando loro il tempo di concentrarsi maggiormente sulle inchieste.

Il risultato? Il numero di lettori sul web (e sulla carta!) è aumentato dell’11%. Più giornalisti, meno articoli, più lettori. Un’equazione che a primo impatto ha dell’incredibile, ma che in realtà nasconde un’intuizione alquanto semplice. Puntando su un giornalismo di prima scelta, il numero dei lettori è aumentato.

Il caso Le Monde – meno isolato di quanto sembri – pare suggerire che, in un mondo affollato di notizie gratuite scadenti, postate frettolosamente e a volte volutamente fasulle, c’è un pubblico disposto ad acquistare un’informazione sicura, affidabile, verificata. È lo stesso ragionamento che ogni mese spinge milioni di persone a pagare l’abbonamento a Netflix o a Spotify: la garanzia di un prodotto di qualità!

Read More

Denzel Washington ha accusato la stampa di diffondere fake news

Denzel Washington ha accusato la stampa di diffondere fake news

«Se non leggi i giornali non sei informato, se li leggi sei male informato». In due semplici battute, la diagnosi e la critica, lo smarrimento e il paradosso dell’uomo contemporaneo di fronte al dibattito globale su quella che è stata definita “post verità” o fenomeno delle fake news.

A pronunciarlo in una breve intervista è stato l’attore statunitense Denzel Washington. Che si è aggiunto così all’ormai vasto coro di critiche verso la dilagante disinformazione propagata dal circuito mainstream.

Una delle maggiori problematiche del giornalismo contemporaneo – spiega l’attore – riguarda il concetto di “verità”. Nel momento in cui la preoccupazione principale per chi si occupa di informazione consiste nel comunicare una notizia prima di tutti gli altri – spesso a discapito dell’autenticità dei dati e di una corretta identificazione delle fonti – automaticamente chi legge i quotidiani corre un enorme rischio: quello di essere disinformato.

Si tratta di questioni complesse, opache, contraddittorie, dove la zona grigia è molto più ampia del bianco e del nero. Quand’è che un’imprecisione diviene bufala, il pettegolezzo diviene notizia, o la fake news diviene strumento di propaganda o di business? È cambiato lo scenario dei media, i ruoli sono meno chiari e le responsabilità poco definite.

C’è chi per “curare” la malattia delle fake news adopera il fact checking, ossia la confutazione, attraverso strumenti o fonti attendibili, delle bufale che circolano in rete, sui giornali o in tv. Ma così decade automaticamente quella che è, a tutti gli effetti, la maggiore responsabilità dei giornalisti.

Come ha detto l’attore si tratta semplicemente di: «dire la verità. Non solo arrivare per primi, ma dire la verità».

Read More