Da Milano al Metaverso: l’Arco della Pace il primo monumento al mondo ad entrare nell’universo virtuale dove tutti vogliono essere

Cominciamo l’anno raccontandovi un primato della città di Milano, una notizia a cavallo tra arte e tecnologia, reale e virtuale, passato e futuro. Mentre il 2021 volgeva al termine pronto ad accogliere il nuovo anno, l’Arco della Pace, uno tra i simboli più riconoscibili della città, ha fatto il suo ingresso, primo monumento al mondo, nel METAVERSO.

*Didascalia per i neofiti: il termine Metaverso, in inglese metaverse, si fa risalire a Snow Cash, libro di fantascienza cyperpunk di Neal Stephenson del 1992 dove per la prima volta si parla di una realtà virtuale condivisa tramite internet dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar. Ecco cos’è il mondo nel quale tutti, dai brand del lusso ai videogiochi, vogliono oggi proiettarsi: un universo parallelo dove vivere un’esperienza di gioco, di acquisto o di conoscenza, alternativa e totalmente immersiva.

Ma torniamo a Milano: a cavallo del capodanno, dicevamo, precisamente dal 30 dicembre al primo gennaio, l’Arco della Pace è stato rivestito con un’innovativa data sculpture. Di cosa parliamo? Di un flusso di immagini imponente prodotto con un sistema di intelligenza artificiale e dal titolo intitolata “AI Dataportal_Arch of Light” creata con l’obiettivo di raccontare per immagini l’immenso patrimonio culturale del nostro Paese: più di 20.000 opere d’arte di oltre 320 artisti, dall’arte bizantina all’arte contemporanea, accanto ai dati annuali della mappa del firmamento italiano raccolti dalla Nasa e tutto il nostro patrimonio letterario digitalizzato appartenente a un arco temporale di oltre 1700 anni.

L’opera porta la firma del collettivo internazionale Ouchh ed è stata realizzata in collaborazione con la Soprintendenza Abap di Milano, con il patrocinio del Comune di Milano e curata da Reasoned Art, società benefit italiana dedicata alla cryptoarte che certifica appunto la compravendita di opere d’arte digitale tramite Nft e blockchain.

E a questo punto aggiungiamo l’ultimo interessante tassello di questa operazione: l’opera sarà trasformata in NTF, i Non Fungible Token, dei certificati di autenticità digitali unici basati sulla Blockchain – e come tale, potrà essere venduta: il ricavato fanno sapere sarà utilizzato per creare uno spazio educativo di riflessione, confronto e sperimentazione sui temi dell’arte digitale, della scienza e della tecnologia,  in linea con progetti europei esistenti quali S+T+ARTS e New European Bauhaus. Il progetto è infatti pensato a beneficio di giovani artisti, curatori e appassionati d’arte a cui verranno destinate borse di studio che copriranno l’intero costo di un percorso formativo che coinvolgerà i migliori professionisti del settore e che sarà incentrato sulla preparazione degli studenti alle necessità lavorative all’interno del mondo dell’arte nel prossimo futuro.