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IPO: l’andamento nel 2022 e le aziende da tenere d’occhio.

IPO: l’andamento nel 2022 e le aziende da tenere d’occhio.

I PRIMI 6 MESI DELL’ANNO

Secondo i dati dell’EY Global IPO Trends Q2 2022, le attività di IPO nel mondo hanno visto un rallentamento nei primi 6 mesi del 2022, registrando un calo considerevole sia del numero di operazioni che dei proventi. I motivi? L’accresciuta volatilità del mercato, l’incertezza dovuta alle tensioni geopolitiche e dei fattori macroeconomici oltre al calo delle valutazioni e la scarsa performance dei prezzi delle azioni.

I NUMERI

630 è il totale delle IPO nel 2022 a livello globale che hanno fatto registrare 95,4 mld di $ di raccolta (con un calo rispettivamente del 46% e del 58% rispetto al 2021). La tendenza al rallentamento è dimostrata anche dai numeri del II trimestre dell’anno, dove il mercato globale delle IPO ha visto 305 operazioni che hanno raccolto 40,6 miliardi di dollari, con un calo rispettivamente del 54% e del 65% rispetto all’anno precedente.

E IN ITALIA?

In totale nel primo semestre dell’anno le IPO in Borsa Italiana sono state 13, mentre nei primi sei mesi del 2021 erano state 18 (compresi due passaggi da EGM al mercato principale).

Nel II trimestre 2022 si è registrato un numero di IPO in calo del 30%, con 7 operazioni concluse ma con proventi superiori di circa il 60% rispetto al II trimestre 2021.

COSA SI PREVEDE PER LA SECONDA PARTE DELL’ANNO?

Sempre secondo lo Studio, il grande numero e il valore delle IPO che sono state rinviate in questa prima metà dell’anno in corso rappresentano un importante bacino di operazioni che probabilmente arriveranno sul mercato quando le attuali incertezze e volatilità si attenueranno. Tuttavia, è probabile che persistano forti turbolenze derivanti dalle attuali incertezze e dalla volatilità del mercato.

LE POTENZIALI IPO DA TENERE D’OCCHIO

Ma quali sono i nomi che circolano in merito a un possibile sbarco in borsa nei prossimi mesi? Alcune erano previste già in questa prima parte dell’anno ma sono slittate per condizioni avverse dei mercati finanziari.

  • Fedrigoni, il gruppo cartario che già nel 2014 aveva tentato la quotazione non ha abbandonato i piani di sviluppo e la borsa rimane un’alternativa.
  • Cantiere del Pardo, uno dei leader italiani nel settore della nautica con sede a Forlì: secondo indiscrezioni, lo storico marchio, controllato da un fondo di private equity avrebbe infatti conferito mandato per lo sbarco a Piazza Affari.
  • Thun, la società nota per gli angioletti di ceramica, forte di un piano quadriennale che dovrebbe più che raddoppiare il fatturato è un altro candidato alla quotazione.
  • Da tempo si parla della Otb di Renzo Rosso, che avrebbe però lanciato la palla più in avanti al 2024.
  • Facile.it, gruppo digitale leader nella comparazione di assicurazioni, prodotti di finanziamento e tariffe energetiche, starebbe valutando la strada più idonea a valorizzare il gruppo nel corso del 2022. La via prescelta dovrebbe essere quella del «dual track», un doppio binario all’interno del quale verrà scelto se cedere l’azienda oppure se quotarla
  • Chiorino, biellese, tra i primi operatori al mondo nella produzione e commercializzazione di nastri di trasporto e cinghie di trasmissione per diversi settori di applicazione, si starebbe preparando a sbarcare sulla borsa di Milano.
  • Una potenziale Ipo arriva infine da Cremona dove l’azienda Mulan Group ha comunicato l’ingresso di nuovi soci nel gruppo di famiglia per sviluppare la crescita in Europa. La società – che produce e distribuisce piatti di cucina pronti freschi e surgelati da tutta l’Asia ma Made in Italy – è nata come classico ristorante cinese ma nel corso di pochi anni si è trasformato in un gruppo industriale con più di 50 dipendenti e uno stabilimento produttivo a Cremona di più di 5 mila mq. L’obiettivo di medio termine condiviso con gli investitori è la quotazione in Borsa della società.  Qui per Ig metterei, Mulan Group, società che produce e distribuisce piatti di cucina pronti freschi e surgelati da tutta l’Asia ma Made in Italy con l’ingresso di nuovi soci nel gruppo potrebbe mirare a una potenziale quotazione

Il processo che porta alla quotazione è una fase molto delicata,  ne avevamo parlato in questo articolo, raccontando l’importanza proprio delle attività di comunicazione in questa fase molto delicata, dove le aziende hanno l’esigenza di trasmettere il proprio valore al mercato e agli investitori. E’ un servizio che noi di eos comunica abbiamo implementato grazie all’ingresso in agenzia di professionisti con ventennale esperienza nel settore. Tutte le informazioni sui nostri servizi di comunicazione finanziaria li trovate a questo link.

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Comunicare l’impresa che si quota

Comunicare l’impresa che si quota

Tra i servizi che eos comunica ha recentemente implementato c’è anche quello di supportare la comunicazione delle aziende durante la delicata fase di IPO (Initial Public Offering), l’offerta pubblica dei titoli azionari che la società colloca, per la prima volta, sul mercato borsistico offrendoli al pubblico degli investitori.

Perché è importante comunicare bene durante questo processo di quotazione?

Attraverso le attività di comunicazione l’azienda trasmette il suo valore al mercato e agli investitori, che potranno decidere se comprare le azioni offerte in IPO concorrendo a definirne il prezzo sul mercato borsistico. C’è una forte correlazione tra la comunicazione e il prezzo che viene attribuito al titolo nella fase finale del processo: più efficacemente l’azienda riesce a trasmettere all’esterno tutte le informazioni utili per la corretta percezione dell’impresa e della sua capacità di creare valore nel tempo, e più alto sarà il range valutativo.

Oltre alle variabili economico-finanziarie che misurano la performance storica e prospettica d’impresa, ci sono variabili non finanziarie, le cosiddette “intangible asset”, che permettono di valorizzare fattori come il management, il brand, l’innovazione, la strategia e il posizionamento competitivo.

Infine, comunicare in modo corretto nel contesto di un mercato regolamentato – dove vigono norme stringenti anche per la comunicazione – mette l’azienda al riparo da rischi sanzionatori o di reputazione.

Le fasi che portano un’impresa in Borsa dipendono dal mercato sul quale decide di quotarsi.

I MERCATI DI BORSA ITALIANA

  • L’Euronext Milan

Il mercato principale di Borsa Italiana, Euronext Milan, si rivolge principalmente a imprese di media e grande capitalizzazione che intendono attrarre risorse per finanziarie un progetto di crescita. Si tratta di un mercato regolamentato, sottoposto a requisiti stringenti e allineati agli standard internazionali in grado di attrarre investitori istituzionali, professionali ed il risparmio pubblico.

  • Euronext Growth Milan

L’Euronext Growth Milan è invece il mercato dedicato alle Pmi dinamiche e competitive che offre un percorso più rapido e flessibile grazie ad un approccio regolamentare più snello. L’appropriatezza della società è demandata all’EGA (Euronext Growth Advisor), che può essere una banca d’affari, un intermediario o una società riconosciuta da Borsa Italiana, e che si fa garante nei confronti del mercato della sussistenza in capo all’emittente.

La principale differenza tra i due mercati è quindi l’istruttoria di Borsa Italiana e il nulla osta da parte di Consob, necessari solo per il mercato EuroNext e non per il Growth.

Per maggiori informazioni su tutte le fasi di una quotazione in Borsa vi rimandiamo al sito di

Borsa Italiana – Il processo di quotazione

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Le imprese europee guardano a New York. Con l’aiuto delle SPAC

Le imprese europee guardano a New York. Con l’aiuto delle SPAC

Un “furto” ai danni dei mercati borsistici del vecchio continente o una incredibile opportunità di crescita per le nostre imprese?

Tornano di attualità le SPAC che in Italia hanno vissuto il loro momento di gloria tra il 2016 e 2017 come strumento alternativo per quotarsi in Borsa. Ma questa volta l’obiettivo è il mercato borsistico di New York sull’onda del grande interesse mostrato dagli investitori nordamericani nei confronti delle imprese del vecchio continente, in particolare per quelle blasonate del settore della moda e del lusso.

Lo scorso dicembre il gruppo italiano Ermenegildo Zegna si è affidato alla Spac di Investindustrial che l’ha traghettata sul listino newyorkese con l’obiettivo di finanziare la crescita dei prossimi anni e facilitare lo sviluppo nel vasto mercato americano. È di questo mese invece la notizia della storica maison francese Lanvin che ha annunciato la quotazione sul NYSE attraverso una SPAC con una dote attesa di oltre mezzo miliardo di dollari da utilizzare per la crescita.

E altre sembrano essere all’orizzonte…

La SPAC può essere considerata un vero e proprio acceleratore di IPO, una modalità alternativa per portare a quotazione un’azienda. Si tratta di una società-veicolo che viene quotata in Borsa allo scopo di raccogliere capitali per fare un unico investimento e poi sparire. Una volta completata l’acquisizione, infatti, la società target individuata per l’investimento viene fusa con il veicolo e si ritrova quindi quotata in Borsa al suo posto.

Se negli anni scorsi le imprese italiane si affidavano a Spac quotate in Borsa Italiana per accelerare la quotazione sul listino italiano, oggi, soprattutto per le più grandi, sembra aprirsi l’opportunità di utilizzare le SPAC quotate oltreoceano per sbarcare sul prestigioso New York Stock Exchange.

Potrebbe trattarsi solo di operazioni isolate. O di una tendenza che via via prenderà sempre più piede, un fenomeno che potrebbe impoverire i mercati borsistici europei, privandoli di alcune delle nostre imprese eccellenti. Ma guardandolo da un altro punto di vista potrebbe aprire alle nostre aziende più meritevoli nuove opportunità di crescita dotandole di ingenti capitali freschi e di una corsia preferenziale per l’accesso ai ricchi mercati nordamericani.

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