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Giornata Mondiale contro la tratta: la denuncia di WeWorld

 

 

Ricorre oggi, 30 luglio, la Giornata Mondiale contro la tratta di esseri umani e WeWorld denuncia rischi e conseguenze di un fenomeno di cui si parla poco ma che ha numeri in crescita.

In Italia e nel mondo questo fenomeno vede come principali vittime i più deboli, come donne e bambini. Vediamo qualche numero nel dettaglio. 

We World a Ventimiglia

Dal 2016 WeWorld è presente a Ventimiglia con uno spazio dedicato, sul confine italo-francese, uno dei punti di snodo più importanti d’Europa all’interno della Rotta Balcanica.  Qui da novembre 2020 a luglio 2024, sono state accolte quasi 4000  persone  di cui 1745 donne 674 uomini 1558 minori accompagnati.

Solo prendendo in considerazione gli arrivi da gennaio a metà luglio 2024, 396 le donne (di cui 14 incinte) sono provenienti soprattutto da Eritrea, Etiopia, Costa d’Avorio, Nigeria e Tunisia. Le donne e le ragazze migranti che viaggiano spesso da sole, rischiano più facilmente di essere vittime di tratta, soprattutto per servitù domestica.

La maggior parte delle possibili vittime di tratta in Italia è donna (circa l’80%), ma la percentuale di uomini e persone trans è aumentata nel corso degli anni.

I dati della tratta a livello globale

A livello globale, sono centinaia di migliaia le persone vittime di tratta ogni anno. Questa moderna forma di schiavitù, a scopo di sfruttamento sessuale o lavorativo, colpisce spesso persone in condizioni di fragilità come i migranti. Spesso le vittime vivono in situazioni di povertà e provengono da ambienti socioeconomici marginalizzati, da Paesi a basso reddito o da zone di conflitto. 

I numeri delle vittime di tratta in Italia

Il numero delle vittime di tratta in Italia, calato durante la pandemia, è ricominciato a salire raggiungendo le 2.422 persone nel 2022. Questi dati, rileva WeWorld, risulterebbero sottostimati perché una parte del fenomeno rimane sommersa. La scarsità di canali legali per entrare in Italia, unita alla paura di essere detenute nei Centri di Permanenza e Rimpatrio e, successivamente, espulse dall’Italia, può spingere le persone vittime di tratta a non denunciare gli abusi subiti.

Per questo motivo, in occasione della Giornata Mondiale contro la Tratta di esseri umani, WeWorld esorta le autorità politiche italiane ed europee a un’attenzione e un impegno maggiore verso questo fenomeno che rende schiavi e schiave migliaia di donne, bambini e bambine, anche nel nostro Paese.

L’Italia rimane uno dei principali luoghi di destinazione finale delle vittime della tratta di esseri umani, nonché una tappa di transito per altre mete europee. Proprio per l’estrema mutabilità della situazione, è necessario monitorare il fenomeno, fare rete ed essere presenti alle frontiere commenta Dina Taddia, Consigliera Delegata di WeWorld.Per sradicare la tratta di esseri umani, bisogna contrapporre alle false promesse dei trafficanti l’impegno concreto per proteggere i diritti delle potenziali vittime, e toglierle così dalla spirale del trafficking: il diritto alla vita, a un lavoro dignitoso, alla salute, la libertà da lavori forzati, torture e trattamenti crudeli, inumani o degradanti”. 

 

 

 

 

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